L'uomo che urla

Un uomo che urla ogni volta che si esprime non è un uomo.
Un uomo che utilizza le parole per ferire ed un' insana violenza psicologica per avere ragione non è un uomo.
Un uomo che attacca per difendersi non è un uomo.
Un uomo che si nasconde dietro l'evidenza o che da colpe solo all'esterno senza guardarsi dentro non è un uomo.
Un uomo che considera un figlio come fonte di stima per se stesso non è un uomo.
Un uomo che non conosce la parola gratitudine non è un uomo.

È un bambino.

Il bambino non può avere delle responsabilità.
Il bambino ha bisogno di protezione e di attenzioni continue.
Il bambino si relaziona frequentemente con ansia e paura: ansia di non farcela, paura di essere abbandonato.
Il bambino non ha autostima, non sa sacrificarsi, non è autosufficiente.
Il bambino si lamenta, fa i capricci.
Il bambino non comprende il potere delle parole.
Il bambino consegna la responsabilità di quello che gli capita ad altri, perché non si sa fare una autoanalisi.
Il bambino non sa dare, può solo chiedere, può solo pretendere.
Il bambino non sa essere indipendente e di certo non può badare ad altri.




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