L'amico resta perchè è felice con te

Ho sempre pensato che la "misura"(se di misura ci concediamo di parlare) di un'amicizia si determinasse e quasi congelasse, in attimi cruciali.
Condivisioni di gioie, dolori, confidenze, presenza, esperienze, vacanze, crescita, quotidianità.

È diffuso credere che un "vero amico" sia colui che ti sa stare accanto nei momenti difficili.
Ma su questo non sono completamente d'accordo.

Siamo naturalmente portati ad essere comprensivi, compassionevoli, generosi, e attenti quando qualcuno a cui vogliamo bene è in crisi o soffre.
Siamo i primi a supportare, sostenere, pregare, incitare.
Lo sappiamo fare.
È insito nella natura umana.

Invece esserci nei momenti davvero gioiosi di quella stessa persona non é né facile, né scontato.
Benedire i suoi successi con onestà, ed essere intimamente dalla sua parte.
Felici.
Orgogliosi.

È in queste occasioni che puoi vedere da vicino dentro il cuore delle persone che ti circondano: quando stai bene, quando hai tutto quello che hai sempre desiderato.
E l'amico resta perché è felice con te.



Il mio corpo di donna

Ho ancora del cammino da fare come Donna verso la profonda accettazione di me stessa, e questa gravidanza mi sta dando l'occasione di riflettere e lavorare intimamente su svariati frammenti del mio essere.
È come se Madre Natura, da incredibile Coach, mi offrisse l'opportunità di mettermi di fronte a dei blocchi per conoscermi ad uno stadio insolito, per sciogliere i nodi, mutare ancora, e prepararmi a quello che verrà.

Parliamo di corpo
Di questo strumento portentoso che per anni mi ha supportata e sopportata nel mio lavoro di atleta e nella mia esistenza umana.
Di questo complesso e ingegnoso sistema di perfezione ed eccellenza che instancabile mi ha fornito tutto ciò di cui avevo e ho bisogno.

Eppure, nonostante io mi sia sempre presa cura di lui ascoltandolo, allenandomi, mangiando bene, non prendendo medicine, sento che nei suoi confronti non sono mai stata sufficientemente serena
Nè rispettosa.
Nè grata come avrei dovuto.

Ciò che vedevo riflesso allo specchio, o ritratto in una fotografia difficilmente mi appagava perché non ha mai rispettato i miei canoni di bellezza e di armonia.
Mi sono sempre sentita inadeguata, fin da quando ero bambina.

Vedevo le altre così diverse, così belle, così pronte per essere libere e amate nel mondo. 
Io mi sentivo a disagio.
Non ero abbastanza.
Lo vedevo io, lo vedevo nel confronto con gli altri, lo ascoltavo dai commenti di chi ignaro e inconsapevole con le piccole lame taglienti delle sue superficiali opinioni incideva la mia pelle nel profondo.

Così, negli anni, ho imparato a rivolgere a me stessa giudizi severi e svilenti.
I seni troppo piccoli, i fianchi troppo larghi, un sedere odioso, un viso che non riesce a trasmettere quello che ho dentro e decine di altri difetti che mi sembravano enormi chiazze d'olio su un candido foglio.

Ed eccoci ad oggi, entrata nel sesto mese di gravidanza.
Un momento delicato, sensibile, vulnerabile. Dove non ho più paura di dire quello che penso.

Fatico ad amare questo mio corpo che cambia.

Amo già smisuratamente la vita che cresce nel mio grembo, sono consapevole del Dono che mi attraversa e il mio bimbo sa che la questione è della sua mamma e non riguarda lui, glielo ho voluto spiegare bene.

Nonostante io mi senta sacra, nonostante io sappia che la Natura si muove sempre con divina intelligenza, nonostante io mi stia preparando per accogliere, ammorbidirmi, servire e nutrire, a volte devo farmi forza per accettare ciò che è così diverso dalla mia condizione originaria.

O ideale dovrei dire.

Sí perché la cosa ridicola e che spinge la mia riflessione attuale è che comunque il mio corpo non mi piaceva!
Nemmeno quando giocavo ed ero in formissima!
Nemmeno quando mi allenavo 5 ore al giorno!
Guardo oggi le mie foto e noto tantissime differenze: vedo un fisico atletico, magro, sano e mi chiedo "come è possibile che tu qui non ti piacessi, non ti sentissi bene con il tuo corpo, ti criticassi aspramente? È assurdo!"
Eppure era così.

Allora mi rendo conto di quanto il processo sia nella nostra testa
Di quanto la nostra percezione sia fragile, scostante, a tratti ingannevole, lunatica.
Delle volte noi Donne siamo davvero ingiuste.
Implacabili arbitri di noi stesse. 

E mentre cammino nel mistero e nel miracolo della gravidanza, non mi resta che chiedere perdono a questo corpo e promettergli piú pensieri d'amore, più carezze, più sorrisi di intima complicità.

Per ogni futura volta che vedrò nascere in me una nuova smagliatura, le gambe gonfie, una macchia sul viso, un chilo in più, la ritenzione idrica, gli occhi stanchi, i lineamenti che cambiano, io reciterò guardandomi allo specchio: 
"Mi dispiace, Perdonami, Grazie, Ti amo."

Una frase che ringrazia il suo esistere così come è, prezioso, e che esprime sincera gratitudine, pentimento, amore e gentilezza.


"Che cosa succede se io bacio tutti i luoghi del tuo corpo che ti hanno insegnato ad odiare?
Cosa succede se poso le mani su di te e le lascio così, abbastanza a lungo finchè il mio calore aderisce al tuo e tu dimentichi che fra la mia pelle e la tua c’è spazio?
Che cosa succede se mi piace tutto ciò che ti hanno detto di detestare e passo le mie giornate a sporcare il tuo cervello ben lavato?
Che succede se ti mostro nuove immagini di te stessa che hai accuratamente evitato di vedere allo specchio?
E se ti dicessi che tutto quello che dicono è sbagliato e iniziassi a riempire le tue orecchie con parole vere in una lingua che conosci ma hai smesso di parlare?
Che cosa succede se pianto nuovi fiori nei luoghi ispidi dentro di te e ti insegno i loro nomi e le stagioni della loro fioritura?
Che cosa succede se ti chiedo di non reciderli e permettere che invadano le tue vie e decorino tutta la tua vita?
Succede che non ti permetto di dimenticare mai che non sei altro che bellezza."

Tyler Knott Gregson


Il sorriso della Donna che sa

Quando una donna mi guarda la pancia, scopro un sorriso nascerle sul volto.
Un sorriso che esprime un mix di solidarietà, affetto e nostalgia, verso una creatura che si prepara a venire al mondo, verso una donna che si prepara a divenire Madre.
Quel sorriso esprime il nostro potere creativo che si risveglia proprio di chi dona, nutre e cura.

Come se indipendentemente dall'essere mamme o meno le Donne conoscessero,
un po' streghe e un po' fate, l'universo che la mia rotondità racchiude.

E tutte insieme, in un meraviglioso girotondo siamo ancora al servizio della vita.




L'allenatore


L'allenatore è una persona, e in quanto persona non può essere perfetto.
Ma prende continuamente decisioni affinché il suo team esprima il massimo del potenziale.
Spesso non ci dorme la notte per trovare soluzioni, per risolvere imprevisti, per pensare a come poter fare, e lavora ore e ore al giorno, anche più dei suoi atleti, per incastrare ogni pezzetto del puzzle al suo posto e assicurarsi che ogni cosa si svolga in maniera proficua.
E lo fa pur sapendo che non potrà mai mettere d'accordo tutti!

L'allenatore si confronta con il suo staff, spesso anche con i suoi giocatori, ma poi è consapevole che essendo il leader, l'ultima parola spetta a lui. Quindi si assume la responsabilità, non cerca alibi, non cerca colpevoli in campo o fuori, ma educa i suoi giocatori all'autonomia, alla mentalità vincente, al lavoro duro.

Spesso è antipatico, severo, nervoso, ai limiti dell'incomprensibile.
Ma è il tuo allenatore e sappi che anche in quei momenti sta facendo del suo meglio.
Forse sta cercando una reazione, forse rompe un equilibrio per crearne uno di più forte, forse ti abitua alla pressione a cui il tuo avversario ti sottoporrà in gara, forse ti sta spingendo oltre quelli che tu consideravi dei limiti.

E fa male. A volte lo vorresti strozzare perché già tutto ti sembra complicato e hai una quantità pazzesca di cose da dover gestire... perché ci si mette anche lui?!

Perché lui è lì per questo.
Ti allena. Ti sfida. Il suo compito è quello di portarti ad un livello superiore.
Tecnico, Fisico, Mentale.

L'allenatore ha necessariamente un disegno più completo di quello del singolo atleta e vuole il bene della squadra. 
Lavorerà sempre per ottenere il miglior risultato possibile.
Anche perché il culo è il suo.

Il tuo allenatore è una persona. Ricordatelo.
Il tuo allenatore, che tu ci creda o no sta dalla tua parte: esulta con te e piange con te. Magari di nascosto.
E sono certa che quando ti confronti con lui porti a casa sempre una lezione e un punto di vista che non avevi considerato.

Conviene fidarsi davvero, prendere il massimo che ti può dare e concentrarti solo a mettere grande intensità in ogni allenamento e gara.


Il coaching NON funziona!

Sai cosa ti dico?
Il coaching non funziona!

Ho iniziato il mio percorso come mental coach 5 anni fa, e forse la vita mi preparava già da molto prima per diventare questo tipo di professionista.
Per cui lo grido a gran voce: il coaching non funziona!

O meglio. Non funziona da solo. Nemmeno se hai al tuo fianco il mental coach più incredibile del pianeta!

Il mental coach che ti supporta, ti da strumenti, risorse, strategie, ... non basta.
Il vero grande lavoro lo fa il coachee che prende gli insegnamenti, gli spunti, le tecniche e le sperimenta nel suo campo d'azione ogni giorno.
Che studia e fa sua ogni frase che lo colpisce, ogni prospettiva, ogni nuovo e utile punto di vista.
Che ascolta e riascolta gli audio affinché diventino il pane quotidiano dei suoi ragionamenti.
Che prende del tempo e lo dedica alla profonda conoscenza di se stesso e alla pratica del coaching.

Esattamente come ha fatto Massimo, brillante pilota di aerei che mi ha contattata con l'obiettivo/sogno di superare l'esame (assessment) per diventare Capitano.

Massimo è felicissimo del lavoro che abbiamo fatto in questi mesi:
"Più passano i giorni e più mi rendo conto di quanto sia stato essenziale il lavoro fatto insieme.
Mi hai aiutato a formare la squadra che ha portato al conseguimento dell'obiettivo.
Non ho mai avuto dubbi su quanto fossi speciale.
Sei un esempio eccellente.
Grazie Giù".

Massimo ha raggiunto l'obiettivo perché ha studiato, ha applicato, ha messo in pratica e sperimentato i miei suggerimenti senza mollare mai.
Quotidianamente, con metodo, fiducia e determinazione.

Ci sono stati momenti difficili?
Momenti in cui l'emozione era alle stelle per questa prova così impegnativa?
Certo, eccome.
E li abbiamo vissuti, conosciuti, sfidati e affrontati.

Massimo ha superato l'esame con un punteggio ben oltre quello che ci siamo posti come tetto.
E io sono tremendamente orgogliosa di lui.

Questo è il genere di coachee che rende ancora più appassionata la mia missione.
Queste sono le persone che determinano ogni giorno, un mondo migliore.
Il coaching non funziona da solo.
Sono le persone che scelgono di farlo funzionare, sporcandosene le mani.
E creando vere e proprie magie nella loro vita.

Bravo Massimo Ciardi!


Le mie bolle di sapone

Aspettavo di sentirti.
Ma niente.
Qualche movimento che somigliava più a dell'aria intestinale che a te.
Mi dicevo:" Beh quando avvertirò il mio bambino sarà chiaro che è mio/a figlio/a, e non una futura puzzetta!"
E ci sorridevo su. Impaziente.

Ti sento in me fin dal primo giorno e percepisco il grande lavoro che stai facendo per entrare nel mondo, per svilupparti, affinarti e definirti immerso in questo nuovo universo di vibrazioni che continuamente ti modella.
Desideravo una tua manifestazione fisica.
Ti parlavo, cercando un codice fatto di respiri e di un tamburellare con le dita sulla pancia al quale tu potessi rispondere.

E poi mi hai fatto questo regalo!
Da qualche giorno vibri nel mio ventre, nuoti libero, bussi, ti fai spazio.
Mi dai il buongiorno, la buonanotte e reclami la mia attenzione "Mamma sono qui! Sono sveglio!"
L'altra sera ti ha sentito e visto muoverti per la prima volta anche papà.
Si è emozionato

Un battito d'ali di farfalla?
Mmm no, non tu.
Un serpentello?
Nemmeno.
Bollicine?
Non esattamente.

Sai a cosa somigli?
A tante colorate bolle di sapone che giocano tra loro e che quando si incontrano scoppiano di gioia.
Sí, sei bello come le bolle di sapone.
Rifletti tutto il mondo incantato e protetto che vivi lì dentro, facendomene percepire la realtà, la dimensione, la composizione.
Mi mostri la matrice da cui provieni e nella quale ti sei stabilito.
Dove i rumori sono musica e ritmo che tu capti attraverso le tue antenne.
La mia voce vibra e attiva ogni tua cellula, insegnandoti la vita.
Il movimento nel mio lago caldo è cullato, nuotato, leggero e sospeso.
Le immagini bellissime del mondo e delle persone che vedi sono quelle che io sto selezionando con cura per te.

Che grande responsabilità mi dai! Quale compito sacro!

Navighi tra le mie endorfine e provi il mio piacere e insieme modelliamo la tua capacità di imparare, pensare e sentire.
Impari attraverso il mio tocco e quello di papà, impari attraverso i suoni, acquisisci informazioni.
Lingua, musica, canto parole belle e brutte ti rimangono impresse.
Così come riconosci l'intensità con cui io e papà ci amiamo.

So che ci incontriamo nei sogni, anche se non li ricordo, e insieme li ci conosciamo meglio, ci fondiamo l'uno nell'altro e sconfiggiamo le reciproche paure.
Continua a contare su di me, come io conto su di te.

Il mondo ti aspetta piccolo mio.


Donna

Tante amiche Donne mi hanno detto "Goditi questo periodo della gravidanza, è magico".

Subito non capivo cosa intendessero, ma mi fidavo, ed ero curiosa di lasciarmi sorprendere.
D'altronde, si chiama "stato interessante"!

Devo dire che i primi mesi non sono stati facili: vomito, nausee, malessere, fastidio per ogni odore e profumo, persino per i miei piatti preferiti, tanta stanchezza, dubbi, a volte paure.
Ma sapevo che era una condizione necessaria, naturale, transitoria, sana, a fare sì che il mio corpo si abituasse ad una nuova vita e che la mia consapevolezza facesse spazio ad un diverso sentire.
Ammetto di non essere stata sempre di buonumore, (e Gianluca anche in questo si è rivelato prezioso) perché in alcuni momenti è stata proprio dura.
Ma mai, mai, mai nemmeno per un singolo conato di vomito è mancato l'amore verso la nostra creatura.

Oggi la mia condizione è completamente cambiata.
Sono quasi a metà gravidanza e posso dichiarare con gioia di non essere mai stata cosí felice in tutta la mia vita.
Lo stato che provo più frequentemente è la Beatitudine: "...Perfetta felicità derivante dalla contemplazione di Dio concessa alle anime del Paradiso".

Ed è così: mi sento Sacra, Benedetta.
Mi ritrovo a pregare spessissimo solo per dire "grazie", per dire "grazie che ci proteggi", per dire "Ti Sento tra di noi".

E questo stato di Grazia non arriva da fuori: non da una medaglia, non da una convocazione in nazionale, non dal "brava" di un genitore, o di un fan, o di un allenatore, non da un complimento di un uomo, o dalla risposta del tuo specchio, o da un risultato lavorativo.

Arriva da dentro, arriva da me.
Arriva dal mio corpo che sto imparando ad amare nonostante io non veda più il mio fisico di atleta.
Arriva dalla mia pancia che pulsa, respira, vive, nuota.
Arriva da Madre Terra che mi indica la strada.

Arriva dal fatto di essere Donna.
La donna che crea, che intuisce, che comprende, che è completa.
La donna che è rotonda, morbida, dolce, che sa arrendersi.
La donna che si inchina alla terra e si offre al cielo.
La donna che impara a dire "No!" e a farsi rispettare e venerare come merita.
La donna che per sua condizione procrea sempre, la donna che è sempre incinta, anche se non è mamma.

Mi sono data il permesso di essere vulnerabile.
Non serve più vestire i panni della guerriera.

Adesso mi basta essere me stessa.



Il mio pancino, il mio bambino.

Come cresci piccolo seme d'amore.

Sei il Sole e la Luna insieme, dentro di me.

Tu mi rendi divina.





I giorni del dio Sole

Sono giorni magici, sono i giorni del Dio Sole.

"Il solstizio d'estate è il giorno più lungo dell'anno, la festa di Mezza Estate.
È il momento dell'unione feconda di Cielo e Terra, momento di compimento, celebrazione di fuoco e allegria.
E' il momento per le feste, la musica, le danze e i falò: il tutto per onorare il Dio Sole e incoraggiarlo a raggiungere la sua massima potenza.

La Dea, che nel suo aspetto di fanciulla ha incontrato il giovane Dio adesso è Madre, incinta, così come la Terra è pregna del prossimo raccolto.
La Madre regna come Regina dell'Estate ed è attraverso lei che il suo Consorte raggiunge la realizzazione del ruolo e del suo ultimo sacrificio.

Lei è la Terra; lui è l'energia e il calore che è entrato in lei per far nascere nuova vita.
La sua energia esploderà con il raccolto."

Tratto da "La città della luce".



La piscina

Oggi ho portato il mio pancino in piscina.
Pensavo "tra un po' di lavoro e l'altro mi faccio delle belle nuotate così restiamo freschi e ci alleniamo".

Non avevo considerato l'oratorio.

Ebbene, dopo una iniziale mezz'ora di quasi imbarazzante silenzio immersa nel verde e nella quiete, arriva lo schiamazzo fin dal parcheggio di un centinaio di bambini pronti a divertirsi.
Entrano, con colorati zainetti e cappellini, in una finta fila ormai ingestibile, si appostano nelle zone dedicate e dopo venti secondi sono già nudi e costumati con la cuffia in testa che si esortano l'un l'altro: "Andiamo!".

La vasca apre alle 10 in punto, lo scivolo anche, e loro si precipitano in acqua armati di occhialini e di tuffi a bomba.
Molto bene.
Ora la densità della piscina è di 13 bambini per metro quadrato.
Rimando la mia nuotata a più tardi.

Lavoro e li osservo.
Li osservo e lavoro.
La piscina grande è distante circa 70 metri di prato dalla seconda piscina con lo scivolo.
Quindi è un continuo via-vai.
Corrono. Dio quanto corrono.
Con e senza ciabatte.
Corrono.
Pieni di energia ed entusiasmo, come se ogni momento fosse prezioso e da sfruttare al massimo.
Li guardo affascinata e il cuore mi sorride.
Mi chiedo quando è l'esatto momento in cui smettiamo di correre qua e là e decidiamo che per spostarci dobbiamo camminare.
Ero come loro, e ricordo perfettamente le giornate in piscina in pullman con la parrocchia.
Estasianti.
La sera prima io e i miei fratelli ci addormentavamo a fatica per l'emozione!

Si stava in acqua fino a che non eri obbligato da qualche orario o regola ad uscire, si girava sullo scivolo all'infinito impazienti per le lunghe code.
Si mangiava il proprio panino all'ombra, ancora bagnati, con l'asciugamano appoggiato sulle spalle.
E se avevi ancora fame e la mamma ti aveva dato un soldino, per merenda ti compravi la pizzetta al bar.
Ricordo ancora quel profumo.
Era un continuo movimento, una corsa, un gioco, una scoperta, un godimento.

Un vero e proprio tuffo nel passato e la certezza che certe cose non cambiano mai.
Prima di andarmene chiedo ad una ragazza della piscina quando tornano i bambini dell'oratorio.
"Venerdì ", mi dice.
"Ok, a venerdì allora!", rispondo io.

Non so perché mi abbia guardata in modo strano.



Esempio del coaching pre-gara



Questa foto risale a 8 anni fa.
Mi ero abituata a disegnare con la penna, un piccolo pallone sulla mia mano sinistra prima di lasciare la stanza d'albergo e recarmi al campo da gioco.
Era parte della mia routine pre-gara.

A cosa mi serviva?
1. A stare nel presente quando durante la partita vivevo un momento difficile: io guardavo quella piccola palla e tornavo nel qui e ora
2. A ricordarmi perché amavo tanto giocare. All'interno di quel disegno invisibile ai più, avevo messo le mie intenzioni, la mia passione e tutti i motivi per cui adoravo giocare a beach volley. Durante le fasi importanti della partita connettermi con quella piccola palla mi dava una sensazione di fiducia, divertimento, determinazione e leggerezza.

Era un rituale "magico" per me.

Grazie al mio lavoro da mental coach ho poi compreso anche il "dietro le quinte" di questo meccanismo (ancoraggio) dal potere incredibile.
Lo considero uno strumento straordinario che ogni atleta dovrebbe conoscere e avere a disposizione durante i suoi incontri per essere ancora più performante.

Il coaching è anche questo: è metterti a disposizione strumenti e strategie per guidare il tuo gioco nella direzione dei tuoi sogni.

Casa

E quel tuo profumo di fiori preferito che credi sia gelsomino, ma che invece è Casa.

Il coaching ti fa crescere

Il mio cuore è sempre molto felice quando i miei coachee ottengono soddisfazioni.

Non solo in termini di risultati, ma di nuove e solide consapevolezze.
Davvero Bravo Mimmo Cilenti! :)




Accendiamo la mente


Si è concluso un viaggio bellissimo di 5 incontri a Guastalla (RE) attraverso noi stessi, le nostre emozioni e l'utilizzo della nostra mente.
•••

In questi incontri abbiamo affrontati i temi:
1. Obiettivi
2. Gestione del tempo
3. Comunicazione efficace
4. L'autostima
5. Gestione dello stato d'animo.

Grazie a chi ha permesso tutto questo e grazie alle meravigliose persone che hanno partecipato con tanto entusiasmo!
•••
Facciamo un lavoro straordinario!


Vice Campionesse d'Europa con il coaching

Hanno definito il vostro numero "maestoso".
È proprio così: questo numero è nobile, elegante, imponente e regale.
E voi lo avete interpretato in modo grandioso, da vere Regine e Campionesse.

Non solo in pista ieri, ma in ogni particolare curato in questo periodo.

Sono davvero fiera di voi.
Precision Team Albinea è vice campione d'Europa!


Ti piace il tuo lavoro?


"L'unico modo di fare un ottimo lavoro è amare quello che fai.
Se non hai ancora trovato ciò che fa per te, continua a cercare, non fermarti, come capita per le faccende di cuore, saprai di averlo trovato non appena ce l'avrai davanti.
E, come le grandi storie d'amore, diventerà sempre meglio col passare degli anni.
Quindi continua a cercare finché non lo troverai.

Non accontentarti.
...
Sii affamato.
Sii folle
."



Steve Jobs

La vita mi ha regalato solo grandi Passioni, che poi si sono trasformate in Lavori meravigliosi.
Prima lo sport, ora il coaching: non posso che esserne grata.
O forse sono io a non essermi mai accontentata e ad essere stata un po' folle?




Le mie Donne, le mie radici


La nostra Forza si trova nell'Amore.
La cerchiamo ovunque: fuori, dentro, in altre città, libri,... senza sosta.
Questa volta l'ho cercata a Casa.

Ho fatto una sorpresa alla mia famiglia, ma il regalo l'ho ricevuto io.
Avevo il grande desiderio di circondarmi di Donne Speciali, Donne di sangue.
Il mio.

E per grande fortuna molte di loro in questi giorni dimorano sotto lo stesso tetto.
Ho dedicato Tempo alla mia Mamma, alla mia dolce Nonna, tempo alla mia zia del Canada che si chiama Giulia e in onore della quale porto il suo nome. Tempo sfiorato ma intenso con mia sorella.
Abbiamo ricordato la nonna Fidalma nell'anniversario del suo ritorno verso il cielo, ombra che da sempre passeggia tra una finestra e l'altra di casa diffondendo la sua protezione a noi tutti.
Più i miei sensi sono a contatto con queste Donne, più il mio cuore si espande e la mia inquietudine trova il dolce luogo dove essere accarezzata.
La mente si fa più nitida e l'anima si schiude per respirare nuova Comprensione.
Le storie sulla forza di mia nonna Fidalma mi trasmettono da sempre coraggio e attaccamento alla famiglia: mamma di 12 figli, un marito e una casa da accudire.
Una di quelle Donne che c'era per tutti, amorevole e severa nella giusta misura.
Di Fede incrollabile.
Una di quelle mamme che con risolutezza riusciva a ricavare da un pollo molte più cosce di quante la natura gli potesse concedere, affinché ognuno avesse la sua parte preferita.
Dalle storie di chi l'ha vissuta ho appreso che la guerra c'è stata anche a casa mia: che per 6 mesi non hanno potuto accendere la luce, che il nonno aveva scavato un buco dentro il quale la mia famiglia si nascondeva quando suonava la sirena dei bombardamenti.
I bambini avevano paura e ricordano ancora le urla nella notte dei vicini provenire dalla nostra via: " hanno ucciso mio figlio!" o i cadaveri impiccati in piazza.
Le galline erano stipate e rinchiuse in uno spazio tanto minuscolo che, a guerra finita, hanno impiegato 40 giorni per tornare a camminare naturalmente.
Gli aerei erano talmente tanti da oscurare il sole "facevano buio" e il maiale conservato in pezzi veniva nascosto in giardino dentro barili di latta coperti di sabbia e ramaglie, per proteggerlo dai saccheggiamenti.
La nonna lavava le camicie che i tedeschi le portavano, la ricompensavano con qualche provvista.
Ogni tanto aiutava qualcuno dei soldati a scappare "avevano un cuore anche loro": gli infilava un salame dentro lo stivale, li vestiva con qualche suo abito da donna, li sedeva sul palo della bici e li portava sui campi, lontano, per poi lasciarli fuggire.
Lo faceva anche con i prigionieri, alcuni di questi sono tornati a casa nostra dopo 30 anni a ringraziarla.
Ho scoperto che la nonna quotidianamente per decine di anni ha scritto una lettera in Canada alla zia Giulia, (la sua figlia maggiore emigrata per cercare fortuna) il mio papà andava ad imbucarla, e zia faceva lo stesso di ritorno.
Ogni giorno.
Il pomeriggio alle 16 quando passava il postino, nonna si preparava il caffè e si metteva seduta alla luce della finestra a leggere le notizie d'oltre oceano.
Sono stata avvolta da storie di famiglia, di dettagli, di avventure, di bellezza, di sacrificio, di cura.
Come un'apina ho succhiato con grande curiosità il nettare di questi fiori pregiati per volerne trattenere la saggezza, l'esperienza, la praticità, la Fede.

E la sensazione che nutro nel cuore in questo momento è di profondo Amore.

Per andare avanti devi sapere cosa c'è dietro.
Per progredire è necessario conoscere e nutrire ciò da cui siamo sostenuti.


Fraternità

Che poi bisogna sempre ricordare da dove siamo partiti.
Perché è lì che presto o tardi, sicuri, torneremo.

Dall'Unione, dall'Amore, dalla Fraternità.

Mani dentro braccia tra i piedini.
Sostegno.
Vicinanza.
Presenza.
Responsabilità.



Amare

Trovate la "vostra persona".

Quella persona per cui ogni promessa non è debito, ma realtà.

Una felice realtà.


La vita sa.

La vita ti dà quello di cui hai bisogno.
Anche in condizioni che non avevi previsto.

Ricevere ciò di cui hai bisogno a volte non è facile da accettare, ma è sempre necessario.




Chi è un coach?

"Per me il coach è un amico, qualcuno che si prende molta cura di te.
Un coach è impegnato ad aiutarti a essere sempre al meglio di te stesso.
Un coach ti sfiderà, ma non ti pianterà mai in asso.
I coach hanno nozioni teoriche ed esperienza, perché prima ci sono passati anche loro.
Non sono affatto migliori delle persone che allenano (questo elimina l’idea di dover essere perfetti). Anzi, le persone che vengono allenate possono avere doti naturali superiori a quelle del coach.
Ma siccome il coach ha concentrato la sua energia in un’area particolare per anni, può insegnarti un paio di cosette che possono immediatamente cambiare la tua prestazione in un batter d’occhio.
A volte i coach insegnano anche qualcosa di nuovo, qualche nuova tecnica e qualche nuova strategia, dimostrano come raggiungere risultati notevoli.
Altre volte, però, un coach non ti insegna niente di nuovo, ti ricorda solo la cosa giusta al momento giusto e ti spinge a farla”.


A. Robbins, Come migliorare il proprio stato mentale, fisico, finanziario.


Excellence Mood!

"Se non puoi essere un pino sulla vetta del mondo sii un cespuglio nella valle, ma sii il miglior piccolo cespuglio sulla sponda del ruscello.
Sii un cespuglio se non puoi essere un albero. Se non puoi essere una via maestra sii un sentiero.
Se non puoi essere il sole sii una stella; non con la mole vincerai o fallirai.
Cerca ardentemente di scoprire a cosa sei chiamato e poi cerca di essere quello e basta.

Ma qualunque cosa tu sia sii sempre il meglio."