Schemi lontani

Non mi permettevo nemmeno di sognarlo, un Amore così.

Sto sperimentando una tale felicità che a volte mi chiedo se me la merito.

Forse facciamo meno fatica ad abituarci al dolore che alla felicità.

Ieri sera al ristorante, ad esempio, dopo un toccante feedback ricevuto da Nicoletta e Franco ho provato la sensazione di “Non sarà troppo?!”.
Era bello, troppo bello.
Tutto quell’amore nei loro occhi, tra le loro parole... quell’essere vista nella mia essenza, apprezzata.

Volevo quasi sfuggire.

Credo sia uno schema che viene da lontano.
Da bambina desideravo ardentemente che nella mia famiglia ci fosse serenità.
La domenica in chiesa, durante la comunione, recitavo sempre questa preghiera: “Caro Gesù, grazie che ci fai stare tutti bene, proteggici ancora, fa che papà lavori e donaci la serenità. Grazie, amen”.

Credevo che sarebbe calata dal cielo se mi comportavo bene, se chiedevo con il cuore pulito, se mi rendevo utile in casa, se giocavo bene a pallavolo, se badavo ai miei fratelli.

Negli speciali momenti in cui la serenità regnava tra le mura domestiche, la felicità si toccava con mano.

Ci guardavo ridere di gusto pur sapendo che sarebbe durata poco... che, incapaci di trattenerla sarebbe fuggita dalla finestra socchiusa a causa di una parola fuori posto, uno sguardo di disaccordo, un gesto di fretta, un ritorno alle abitudini conosciute perché “così è più facile” o perché “sono fatto così”, o perché “non so fare altrimenti”.

Si scappava da quella serenità, probabilmente pensando: “Se resto qui troppo a lungo poi accade qualcosa di brutto e ci rimango male”.

Un imprinting che ha segnato le mie emozioni, perché quando sono smodatamente felice provo al contempo la paura che possa finire.

La donna che sono oggi ha deciso che é tempo di abbandonare quegli schemi per sposare nuove e più funzionali abitudini.
Desidero che mia figlia possa crescere con l’esempio accanto di chi merita e sa godere della Serenità.

Non sono ancora libera di esserlo.
Non sono ancora libera di non avere paura.
Ma ci sto lavorando.
Ci lavoro sodo.

E percepisco che, piano piano, la breccia fatta dall’Amore sul mio scudo da guerriera sta lasciando uscire il suo nettare.

Sento che è cosi.




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