Acchiappa il tuo Sogno


Gli adolescenti e le famiglie stanno molto a cuore a noi coach di Ekis.

Amo lavorare con i giovani atleti e non, per tirare fuori il loro meglio e renderli consapevoli delle ricche risorse che hanno a disposizione.

Sono il fiore che germoglia e che sa profumare le nostre vite.

Qualche giorno fa mi ha scritto una meravigliosa giovane ragazza chiedendomi aiuto rispetto un'importante decisione che deve prendere: scegliere oppure no il suo Sogno e tutto quello che comporta.

"Ho bisogno di te perché sei l'unica che conosco che ha lasciato tutto per inseguire il suo sogno."
Ecco parte della mia risposta.

"... non posso dirti io cosa fare, perché la scelta giusta è già dentro il tuo cuore. Probabilmente è già segnata, va solo ascoltata e compresa.
Però posso dirti cosa ho vissuto io.
Io avevo un sogno: giocare in serie A, magari in Nazionale. 
Essere una professionista, insomma.
E stando dove ero, nel mio piccolo paese, non potevo raggiungerlo. Quindi mi sono attrezzata per far andare le cose in modo diverso.
Mi sono impegnata in quello che facevo e ho avuto la possibilità di fare un provino che mi ha lanciato verso nuove realtà.

Così sono partita. 
A 15 anni.
Mi cagavo sotto.
Mi sarebbero mancati mamma, papà e i miei due piccoli fratelli.
Mi sarebbero mancati la mia cameretta e i miei compagni di scuola.
Non ero pronta, né forte, né potevo immaginare ciò a cui sarei andata incontro. 

Ma conoscevo la sensazione che volevo provare. 
Era un fuoco che mi bruciava in petto, tanto forte da non poter essere ignorato.
E questo era più potente di ogni dubbio, timore, criticità.

Non c'erano alternative, non c'erano altre priorità, avevo due compiti da realizzare nella mia vita: andare bene a scuola ( altrimenti i miei mi avrebbero riportata a casa) e allenarmi forte per crescere e diventare brava.
No gite con la scuola, no compleanni, no feste, niente più amici d'infanzia (o meglio, li vedevo molto poco).
Ma tutto quello a cui rinunciavo era ok, perché la pallavolo veniva prima di tutto.
Amavo la mia squadra e mi concentravo su quella e imparavo ad amare le persone con cui venivo progressivamente in contatto, anche se sapevo che prima o poi la mia carriera me ne avrebbe fatto allontanare.

Così è stato.

Siamo partite in tante con lo stesso sogno, ma siamo arrivate in poche.
Chi ha preferito la carriera universitaria, chi ha mollato, chi ha scelto un lavoro sicuro, chi si è sposato, chi si era stancata di quel tipo di impegno.
Io no.
Io ero solo all'inizio del mio bellissimo viaggio.

E ho rischiato, raschiato il fondo delle volte.
Non è stato facile Sxxx.
Ho dovuto decidere, assumermi le responsabilità da giovane e anche ricominciare da capo svariate volte.

Ma, lo dico sempre, tornassi indietro rifarei tutto.

Perché ogni traguardo che mi sono conquistata è stato prezioso.
I libri che mi sono pagata con i miei primi stipendi, un cellulare grande quanto un telecomando, i miei primi vestiti, le pizze con la squadra, le rate dell'università...

Tutto aveva sapore di indipendenza, di forza, di determinazione. 
Tutto aveva il profumo di Sogno. 
Anche le ginocchiere puzzolenti.

E, sai, non c'è qualcuno che ti possa suggerire una scorciatoia da fuori. 
Che ti possa consigliare. 
Che ti possa impedire di realizzare quello per cui sei nata.

Se è così intensa la spinta che senti, seguila. Vai. Incontrala.
Fidati di te.
Potrai tornare indietro se non sarà come desideravi o potrai cambiare obiettivi lungo il percorso. Sarà ok.

Ma se non ci provi, se non imbocchi quella strada che ti fa vibrare e al contempo ti fa tanta paura, non potrai mai sapere quanto bello sarebbe potuto essere."

Se vuoi conoscere i progetti studiati ad hoc per gli adolescenti, scrivimi a g.momoli@ekis.it



A testa bassa: storia di una medaglia non preannunciata

Vi racconto la storia di una medaglia non preannunciata.
Perché se è vero che si va sempre in gara con un obiettivo di risultato chiaro in mente, è vero anche che non tutte le volte durante la preparazione le circostanze ci supportano.

Gli allenamenti per questo mondiale iniziano con uno scossone: in squadra vengono inserite 4 nuove giovani atlete, prestate per questo progetto da Ariskate Verona.
La decisione dello staff, che ha l'evidente obiettivo di rinforzare il team, muove gli animi: queste atlete sono molto brave, sono umili (si rivelano da subito pazzesche per tecnica e predisposizione) e hanno voglia di fare bene, ma la squadra che quest'anno ha presentato il seducente numero "Del Bolero!" in Italia e in Europa teme che si rompano degli equilibri che hanno richiesto mesi per essere affinati.

Abbiamo poco tempo, un mese, il numero va rivisto e perfezionato prima di presentarlo ai Roller Games, e va integrato con questi nuovi elementi, 4 campionesse che nella loro disciplina hanno vinto tutto e non hanno ancora avuto esperienza di sincronizzato.

La squadra si mette al lavoro, sembrano collaborative, si aiutano l'una con l'altra.


Ma quali sono i veri sentimenti che hanno nel cuore?
I primi che mi giungono sono di preoccupazione, di incertezza, sfiducia, timore; alcune ragazze sono deluse perché non desiderano esclusioni, altre propositive e vedono l'opportunità nascosta in questa sfida.
Il team non è unito e ci si contagia a vicenda.
Ogni occasione è buona per ribadire che siamo in ritardo e che le cose non girano.

Tutte si rendono conto dell'importanza oggettiva di fare questo salto per la qualità e la pulizia del numero, ma lo comprendono solo mentalmente e non di pancia perché le loro emozioni vogliono proteggere la squadra che a fatica e con successo si era rialzata dalla batosta dello scorso mondiale vincendo il titolo italiano e l'argento europeo.

Giovanna Galuppo, l'allenatrice, assistita dallo splendido Daniel Morandin (campione del mondo e coreografo del Precision Team Albinea) e supportata dal presidente Gianluca Silingardi, si è presa un grande rischio. 
E' una grande responsabilità rimettere mano ad una squadra così affiatata, unita e vincente, ma se vogliamo puntare ad una medaglia importante a livello mondiale dobbiamo necessariamente cambiare. Dobbiamo alzare l'asticella.
E l'unico modo per farlo è rimescolare le carte.

"Squadra che vince si cambia", sostiene Livio Sgarbi, e questo si fa.

Perché ci serve un gradino in più, perché queste ragazze devono lavorare ancora sotto pressione, perché per fare dei definitivi passi in avanti devi farne necessariamente qualcuno indietro.
Anche se ti costa fatica, anche se non lo capisci subito, anche se è doloroso.

Queste atlete si allenano duramente ad Albinea per tutto il mese di agosto, anche più volte al giorno, all'aperto, con temperature che hanno toccato i 42 gradi perché era necessario abituarsi al clima caldo e umido cinese.
Non sono delle professioniste, ma si comportano come tali: rinunciano alle ferie, lavorano per guadagnarsi l'onerosa trasferta, presenziano ad ogni allenamento mettendo tutto il resto in secondo piano.


Durante questo periodo in cui le supporto come mental coach con incontri dal vivo e non, ricevo chiamate, messaggi, richieste d'aiuto.
Sono consapevoli che stanno lavorando sodo, ma la squadra è preoccupata: "c'è confusione, le cose non vengono, abbiamo poco tempo, Giovanna sembra nervosa, ci richiede tantissimo..."

Il mio ruolo? 
Fare chiarezza, allineare gli intenti, rompere le incertezze, allentare le tensioni, comprendere i loro sfoghi, ristabilire una routine di preparazione all'allenamento, focalizzarle sulle cose importanti, contribuire a costruire una squadra, dare loro fiducia, aiutarle a vedere oltre il momento presente, a lavoro compiuto. 
Ed essere di supporto all'allenatrice.

Dopo ferragosto il cambio di ritmo.
Queste sono atlete allenate fisicamente e mentalmente a cambiare approccio in maniera rapida.
Sono delle fuoriclasse di flessibilità, lo hanno imparato e integrato soprattutto in questi ultimi anni.

Nonostante chi finisce al pronto soccorso, e chi si taglia il mento, ora i ruoli sono più definiti e il numero viene provato per intero.
Ancora ci sono dei gap da colmare, ma le cose vanno meglio.


Fino a che Giulia, la veterana del gruppo, il capitano, non subisce una bruttissima caduta rompendosi due costole e fratturandosi una vertebra.
Altro terremoto in squadra che altera la struttura.
Non ci voleva.

Di nuovo le certezze costruite vanno ritoccate, qualcuno deve pattinare nel suo ruolo.
La squadra si unisce intorno a Giulia e al suo difficile momento, non la lascia sola un secondo, e al contempo stringe le maglie.
Come se dall'ennesima prova non ci fosse altra soluzione che guardarsi negli occhi e dirsi "Noi siamo tutto ciò che abbiamo."

La stanchezza arriva a picchi mai toccati, gli ultimi allenamenti in Italia sono un mezzo pasticcio, ma la consapevolezza delle ragazze è cambiata: si può fare, vogliamo vivere questa esperienza (per alcune forse l'ultima in carriera) al massimo.

Si parte per la Cina, gli ultimi allenamenti in loco servono ad affinare il numero, a riposare e a prepararsi per il grande evento: Nanjing 2017 World Roller Championship, ci siamo!

Nel frattempo succedono altri piccoli inconvenienti, piccoli disagi fisici, fino ad arrivare al giorno prima della prova in Cina in cui Batti, un'altra titolare, si fa male alla caviglia e per certo non potrà disputare la gara.

La storia finisce con volti bellissimi e sorridenti e un prestigioso argento mondiale portato al collo con orgoglio.

Cosa c'è tra la fatica di ogni allenamento e la gioia per un risultato così importante?

  • Una grande squadra che è riuscita a riconoscersi, compattarsi, amarsi e rispettarsi in tempi record.
  • Una grande allenatrice che nonostante le notti in bianco ha studiato, sperimentato e poi giocato con coraggio tutte le carte che aveva a disposizione per creare la migliore formazione possibile.
  • L'atteggiamento vincente, allenato, di ragazze che credono, si affidano, si stringono le mani con forza, hanno il fuoco negli occhi e un grande desiderio di vittoria.

Hanno anche paura? Certo! 
A volte tremano nei secondi prima di entrare in pista.
Ma al momento giusto respirano all'unisono, spiegano le loro eleganti ali e fanno ciò che hanno imparato: volare.

Per scrivere il loro nome nella storia. 



Il mio bimbo dentro

Tu, con me.

A darmi forza, supporto, prudenza, energia, protezione, nuove intuizioni.

Tu che mi fai sembrare più bella agli occhi di chi mi ama, più luminosa tutta intorno, più morbida e sacra.

Tu che sei la strada della gentilezza, dei sorrisi, delle carezze e dei baci sulla pancia.
Tu che mi rendi "due", che mi fai divenire piena portatrice di vita e autentica saggezza.

Tu che mi imponi di stare nella natura, circondata solo di cose belle, così da essere nutrito attraverso i miei occhi.

Tu che ti palesi alle mie maestre spirituali e lasci loro un commovente messaggio per me. "Abbi fiducia, ce la fai, ti aiuto io".

Tu, canale privilegiato con il divino, con il miracolo che si ripete, con l'evoluzione che prosegue l'incessante cammino.

Tu, che ti fai spazio nel mio corpo, che allarghi i pensieri, le forme, le consapevolezze, la mia creatività.

Tu, che quando papà ti parla e ti accarezza fai già i salti di gioia. Innamorato/a.

Che tu sia libero di essere maschio o femmina, che tu sia libero di aiutarci a darti il nome che ti rappresenta, che tu sia libero di vivere il cammino che ti serve.

Grazie di avere scelto noi, che accogliamo la tua magia, la tua anima, i tuoi progetti.





Coach al Vitality

Con il cuore colmo di gratitudine dico "GRAZIE" al miglior primo team di cui sono stata Coach al Vitality Coaching che potesse capitarmi.

Un'esperienza straordinaria, un compleanno perfetto, sfide affrontate con coraggio, un Team duro come il marmo ma dal Cuore enorme e il supporto di amici e colleghi che hanno trattato la creatura dentro la mia pancia come il gioiello più prezioso del mondo.

Grazie.
Il mio lavoro è davvero tanta, tanta roba!





ll mio compleanno!

Adoro il giorno del mio compleanno, il giorno in cui si celebra la Vita!
La mia Vita.

Adoro il fatto di avere una creatura che ha scelto il mio grembo per crescere, a condividerlo insieme a me. Così da vicino.

Adoro il fatto che per anni ho passato questo giorno su un campo da beach per la settimana scudetto e negli ultimi anni sono in aula ad un corso speciale, il Vitality Coaching, con centinaia di persone ed amici e colleghi fantastici.
Vivere il proprio compleanno facendo ciò che ami non ha prezzo!

Adoro il fatto che tu, amore mio, abbia sempre la migliore sensibilità ed attenzione per me e per le cose che ritengo davvero preziose della mia vita.

Sono orgogliosa di questi 36 anni.

Grazie mamma per avermi portata alla Luce con dolore e immenso amore.