RUBRICA-CrossOver-Quando il Beach Volley fa scuola

Ciao ragazzi, è la vigilia del mio intervento al ginocchio: domani mi sottoporrò ad un operazione al tendine rotuleo che da mesi e mesi mi limita e mi impedisce di allenarmi a regime. E quando ti dicono che è l’ultima chance per stare meglio, cosa fai? Accetti la sfida, ovvio! Per un atleta l’infortunio è sempre un momento delicato, ma sono sicura che riuscirò a trarre dei benefici da questo periodo lontana dalla sabbia. Tornerò presto, più motivata e agguerrita che mai ;)

In attesa di arricchirmi di questa nuova esperienza, oggi voglio introdurvi ad alcune delle opportunità che ci sono in Italia per praticare Beach Volley. Questo mese parleremo di 2 scuole della nostra penisola che oltre alle già affermatissime Beach Volley Academy di Roma e Open Beach di Milano, stanno svolgendo un ottimo lavoro. Ho intervistato Luca Tomassi, responsabile di Urban Beach di Roma, e Thomas Casali, per Beach Volley University di Cesenatico.

Buona lettura! J
Urban Beach:
1. Quando e come è nata l'idea di aprire la vostra scuola?
1. La voglia di aprire un centro sportivo ed in particolare una scuola di beach volley l'ho sempre avuta e devo ringraziare Claudia Ciavarelli e tutta la dirigenza del Volleyro se questo sogno si è potuto realizzare… in effetti siamo solo all'inizio e i nostri progetti sono molto ambiziosi

2. Perché il beach volley?
2. Sin da quando ho avvicinato questa disciplina sportiva sia come giocatore di medio livello che come allenatore ho avuto subito l'impressione che fosse una disciplina sportiva molto divertente e con la grande capacità di far aggregare le persone in maniera diversa da molte altre discipline. Inoltre è uno sport in forte crescita in tutto il mondo nonché una grandissima mia passione personale

3. Cosa offre la vostra struttura?
3. La nostra struttura offre una serie di campi da gioco nel bel mezzo della città di Roma con sabbia di alta qualità e ben riscaldata, permettendo a tutti di avere per così dire il mare sotto casa, e garantisce soprattutto un’altissima qualità relativa al livello di preparazione degli allenatori sia per i corsi dei principianti che per quelli seguiti da atleti più evoluti

4. Che prospettive ci sono nella tua scuola per una persona che decide di dedicarsi al beach volley?
4. Le prospettive che la nostra scuola può offrire ad un atleta sono molteplici. I nostri corsi sono strutturati sia per atleti che hanno voglia di trovare serenità, divertimento e relax nel giusto clima competitivo, sia per atleti che partecipano con grande successo ai campionati italiani assoluti e giovanili

5. Che obiettivi hanno i vostri allievi?
5. Gli obiettivi possono essere molto diversi tra loro: abbiamo una scuola giovanile di altissimo livello e su quella puntiamo per ciò che riguarda la costruzione del beach volley come sport del futuro, poi abbiamo un gran numero di praticanti e appassionati che costituiscono per noi una vera e propria gioia nel vederli giocare crescere e imparare ed essere soddisfatti di loro stessi pur non partecipando a livelli di alta competizione sportiva

6. Quali risorse mettete a disposizione dei vostri atleti?
6. In questo periodo della vita italiana purtroppo le risorse da mettere a disposizione degli atleti non sono molte, la nostra politica giovanile però ci permette di far partecipare gratuitamente (senza ulteriori costi per le famiglie) i ragazzi giovani al di sotto dei 20 anni a tutti i tornei che noi organizziamo internamente alla nostra scuola. Per il resto ciò che possiamo offrire è la certezza di avere un'alta qualità del lavoro svolto sulla sabbia.

7. Come è organizzato il vostro staff?
7. Sotto la mia personale responsabilità e di Claudia Ciavarelli tutti gli allenatori periodicamente si confrontano sul lavoro svolto fino a quel momento e su quello da svolgere. Ogni allenatore è responsabile tecnico del proprio gruppo di allenamento: la struttura dirigenziale è ben rappresentata da Laura Bruschini personaggio del beach volley italiano che non ha bisogno di presentazioni; tra i nostri allenatori di maggiore richiamo abbiamo certamente Dionisio Lequaglie e Fosco Cicola. Anche loro non hanno bisogno certo di ulteriore presentazione.

8. A che tipo di tornei partecipate e organizzate?
8. I tornei ai quali partecipiamo e organizziamo sono di tutti i tipi: vanno dai tornei amatoriali per i ragazzi che hanno appena cominciato, fino ai tornei federali di massimo livello nazionale. Tra le nostre atlete figurano anche Debora e Jessica allegretti che nel recente passato hanno ottenuto successi a livello assoluto sia in Italia che nelle competizioni internazionali giovanili

9. Un pregio della tua scuola?
9. Credo che un grande pregio della nostra scuola sia dovuto al fatto che ogni atleta che partecipa ad un nostro corso è al centro della nostra attenzione e la qualità della nostra proposta tecnica è alta e indirizzata ad ogni singolo partecipante senza esclusione o preclusioni per nessuno. Di questo i nostri atleti sono molto contenti, lo sentono e ci dimostrano affetto ogni giorno dando il meglio di loro e dimostrando gratitudine nei confronti della scuola e degli allenatori

10. Come vedi la tua scuola nel futuro? Che progetti ambiziosi hai?
10. La nostra scuola nel futuro deve essere un centro di aggregazione per le persone che vogliono svolgere sport in particolare il beach volley a qualsiasi livello e per questo la nostra offerta formativa deve essere varia. Il mio personale progetto è molto ambizioso.... ma non è adesso il momento di descriverlo! Ora, insieme a Claudia, devo lavorare giorno dopo giorno per veder crescere la nostra scuola continuando a regalare un semplice sorriso alle persone che la frequentano.

Per saperne di più: http://www.urbanbeach.it/


Beach Volley University:

1. Quando e come è nata l'idea di aprire la vostra scuola?
1. La Bvu nasce nel luglio 2009 per mano di Thomas Casali e Marcello Abbondanza in occasione dell’ organizzazione della tappa del campionato italiano a Cesenatico. Il progetto Bvu nasce però da lontano come finalizzazione dell'attività di un gruppo di beachers romagnoli decisi a trasformare la loro passione in qualcosa di più strutturato rispetto alla sola attività agonistica. Dal 2009 l'attività agonistica romagnola si riunisce sotto il cappello della nuova società, alla quale partecipano gli atleti di punta romagnoli tra cui l'attuale campione italiano in carica, Gianluca Casadei. A settembre viene inaugurato il primo corso di beach volley x amatori ai quali partecipano circa 30 persone allenate dagli atleti che compongono il team agonistico.

Da quel momento in poi è un susseguirsi di iniziative, di eventi e di attività che portano in brevissimo tempo la Bvu ad essere una società di riferimento a livello nazionale. Tuttora l’unica ad avere scuola per amatori, team agonistici maschili e femminili e la struttura per organizzare eventi di rilevanza nazionale.

Oggi la Bvu conta circa 150 allievi, nel 2011 è stata la società di beach volley più titolata d'Italia (piazzando inoltre nelle finali 3 team sul podio: argento nel seniores maschile, bronzo nel seniores femminile e argento nell'under 20 maschile) e nel 2012 ha conquistato con Gianluca Casadei lo scudetto tricolore.

2. Perché il beach volley?
2. Le anime portanti della Bvu sono accomunate da una grande passione: beach volley! Il beach volley inteso non solo come sport ma anche come stile di vita. Lo spirito del beacher, estroverso, gioioso, intraprendente e facilmente adattabile al mondo esterno è quello che ha permesso alla BVU di raggiungere gli importanti obiettivi degli ultimi anni.

3. Cosa offre la vostra struttura?
3. La Bvu offre una scuola x amatori con tecnici federali di primissimo livello, quattro strutture invernali in cui fare attività (per un totale di 18 campi coperti utilizzabili), un area estiva con 15 campi a disposizione da maggio ad ottobre presso la spiaggia libera di Cesenatico, oltre all'organizzazione di tornei e camp in Italia e all'estero.
 Per i team agonistici la Bvu mette a disposizione preparatori atletici, medici, nutrizionisti oltre al supporto tecnico, logistico ed economico.

4. Che prospettive ci sono nella tua scuola per una persona che decide di dedicarsi al beach volley?
4. La Bvu è in grado di soddisfare le aspettative di qualunque appassionato, da quelli che vogliono semplicemente divertirsi ed imparare a giocare, a quelli che vogliono intraprendere la strada dell'attività agonistica.

5. Che obiettivi hanno i vostri allievi?
5. Gli obiettivi principali degli allievi Bvu sono il miglioramento della qualità del proprio gioco, il divertimento e la scoperta dei segreti e delle modalità di gioco di questo bellissimo ma difficilissimo sport.

6. Come è organizzato il vostro staff?
6. Lo staff è composto da un gruppo dirigenziale di 4 persone (Thomas Casali, Marcello Abbondanza, Gianluca Casadei e Luca Vonti) che si occupano comunque della formazione e da uno staff di 8 allenatori/allenatrici più vari collaboratori.

7. A che tipo di tornei partecipate e organizzate?
7. Gli atleti Bvu partecipano a tutte le competizioni, dalle tappe del world tour (lo scorso anno con Gianluca Casadei, Eugenio Amore, Matteo Martino), al campionato italiano, fino ai tornei amatoriali di attività promozionale.
 La Bvu negli ultimi 3 anni ha organizzato due tappe del campionato italiano assoluto, una decina di tappe open, altrettante regionali e una trentina di tornei amatoriali.

8. Un pregio della tua scuola?
8. I principali pregi della Bvu sono la grande attenzione nei confronti dei propri allievi ed una grande dinamicità che sfocia in tante opportunità di gioco ed aggregazione.

9. Come vedi la tua scuola nel futuro? Che progetti ambiziosi hai?
9. L'obiettivo principale è la crescita. Sia per espandere la scuola su altri centri della romagna, sia come numero e qualità di eventi organizzati. In generale la BVU punta molto sui giovani e da quest'anno il settore agonistico sarà principalmente dedicato alla crescita e alla formazione dei giovani talenti sia al maschile che al femminile. In ottica futura vorremmo diventare un centro di riferimento per la federazione nazionale, mettendo a disposizione la nostra organizzazione e le nostre strutture per la crescita del movimento nazionale giovanile.

Per saperne di più: http://www.beachvolleyuniversity.it/
Alla prossima!
Momi

VIDEO-Nick Vujicic- "Amo vivere la vita, sono felice"

 
Non ha mai avuto le braccia, né ha mai avuto le gambe. Ma quello di cui è estremamente dotato, e capace di trasmettere, è la voglia di vivere. Si chiama Nick Vujicic l’uomo che della sua vita ha fatto un esempio per chiunque.
Di origini serbe, nacque a Melbourne 30 anni fa. Fu da subito privato di tutti i suoi quattro arti a causa della tetramelia, una malattia genetica le cui varianti – che possono colpire anche solo una coppia d’arti – hanno un’incidenza di 1,5 persone affette su 100.000. L’unica eccezione è data da due piccoli piedi, uno solo dei quali è dotato di due dita. Nick ebbe, com’è prevedibile, un’infanzia travagliata a causa degli atti di bullismo da parte dei compagni di scuola. Pregava spesso, supplicando Dio di dotarlo di ciò che la natura non gli aveva permesso di avere ma, perdendo le speranze, cadde in depressione ed iniziò a pensare al suicidio già all’età di otto anni. Un giorno, Nick lesse un articolo di giornale che descriveva un uomo, affetto da handicap, che affrontava le sue disabilità nonostante le mille difficoltà: la lettura rappresentò una svolta nella sua vita, comprendendo di non essere il solo a dover affrontare avversità come le sue e di poter essere un esempio per molti. Fu all’età di 17 anni che Nick diede vita alla sua organizzazione non-profit per disabili, chiamata Life Without Limbs, che in italiano vuol dire “Vita senza arti”.
Durante la sua vita, Nick ha fronteggiato gli ostacoli fisici sfruttando al meglio le sue limitate capacità. Ha, infatti, imparato a scrivere con una delle due dita del suo piede sinistro, grazie anche all’aiuto di un apparecchio agganciato al dito. È riuscito, inoltre, ad imparare ad usare il computer, radersi, rispondere al telefono e svolgere molte attività che, con una così ridotta capacità motoria, sembrerebbero impensabili.
Oggi Nick è uno speaker motivazionale di fama mondiale. Scrive libri, partecipa a show televisivi e diffonde la sua parola con qualunque mezzo: viaggia ovunque, di continente in continente, andando a donare speranze ai bambini – e non solo – affetti da disabilità, riuscendo altresì ad essere d’esempio a chi nasce senza affezioni del genere.


 
 
Trovo questi 6 video speciali e commoventi. Questo è davvero saper superare i propri limiti. E la cosa magnifica è che ognuno di noi può trovare questa forza! :)
 

Sii un guerriero della luce



-Il guerriero della luce si concentra sui piccoli miracoli della vita quotidiana. Se sa vedere ciò che è bello, è perchè ha la bellezza dentro di sé,
giacchè il mondo è uno specchio che rimanda a ogni uomo il riflesso del suo viso.


-Il guerriero della luce crede. Proprio come credono i bambini.
Poiché crede nei miracoli, i miracoli cominciano ad accadere. Poiché ha la certezza che il proprio pensiero possa cambiargli la vita, la sua vita comincia a cambiare
. Poiché è certo che incontrerà l’amore, l’amore compare.
Di tanto in tanto, è deluso. Talvolta, viene ferito
E allora sente i commenti: "com’è ingenuo!"
Ma il guerriero sa che il prezzo vale. Per ogni sconfitta, ha due conquiste a suo favore.
Tutti coloro che credono lo sanno.

-Il guerriero della luce ha in sè la scintilla di Dio. Il suo destino è quello di stare con gli altri guerrieri, ma a volte avrà bisogno di praticare, solitario, l'arte della spada: perciò quando è separato dai compagni, si comporta come una stella. Illumina quella parte dell'Universo che gli è stata destinata e tenta di mostrare galassie e mondi a coloro che guardano il cielo. La perseveranza del guerriero sarà ben presto ricompensata. A poco a poco, altri guerrieri si avvicininano, e i compagni si riuniscono in costellazioni, coi loro simboli e i loro misteri

-Per realizzare il proprio sogno, ha bisogno di volonta' salda, e di un immensa capacita’ di abbandono. Sebbene egli abbia un obiettivo, il cammino per raggiungerlo non e’ sempre quello che immagina. Percio’ il guerriero usa la disciplina e la compassione. Dio non abbandona mai i propri figli,ma i suoi disegni sono insondabili, ed egli costruisce la strada con i nostri stessi passi. Usando la disciplina e l’abbandono, il guerriero si entusiasma. L’abitudine non puo’mai governare le mosse importanti.

-Un guerriero della luce ha bisogno di amore. L’affetto e la tenerezza fanno parte della sua natura quanto il mangiare, il bere e il piacere del Buon Combattimento. Quando il guerriero non si sente felice davanti al tramonto, c’è qualcosa di sbagliato.

-Un guerriero della luce non ha mai fretta. Il tempo lavora a suo favore: egli impara a dominare l’impazienza, ed evita gesti avventati. Procedendo lentamente, nota la saldezza dei propri passi. E’ consapevole di essere partecipe di un momento decisivo della storia dell’umanità, e sa che, prima di trasformare il mondo, deve cambiare se stesso.
Percio’ ricorda le parole di Lanza del Vasto: "Una rivoluzione ha bisogno di tempo per instaurarsi." Un guerriero non coglie mai il frutto ancora acerbo.

-Un guerriero della luce fa sempre qualcosa fuori dal comune.
Può ballare per la strada mentre si reca al lavoro, guardare negli occhi uno sconosciuto e parlare d’amore al primo incontro, difendere un’idea che può sembrare ridicola. I guerrieri della luce si permettono simili cose.
Un guerriero della luce non passa i giorni tentando di rappresentare il ruolo che altri hanno scelto per lui.

-A volte il guerriero della luce ha l’impressione di vivere due vite nello stesso tempo. In una è obbligato a fare tutto ciò che non vuole, a lottare per idee nelle quali non crede.
Ma c’è anche un’altra vita, ed egli la scopre nei sogni, nelle letture, negli incontri con uomini che la pensano come lui. Il guerriero consente sempre alle due vite di avvicinarsi.
"C’è un ponte che collega quello che faccio con ciò che mi piacerebbe fare", pensa.
A poco a poco, i suoi sogni cominciano a impadronirsi della vita di tutti i giorni, finchè egli avverte di essere pronto per ciò che ha sempre desiderato. Allora basta un pizzico di audacia, e le due vite si trasformano in una.

 

Lettera di Roberto Baggio ai giovani

“A tutti i giovani e tra questi ci sono anche i miei tre figli. Per vent’anni ho fatto il calciatore. Questo certamente non mi rende un maestro di vita ma ora mi piacerebbe occuparmi dei giovani, così preziosi e insostituibili. So che i giovani non amano i consigli, anch’io ero così. Io però, senza arroganza, stasera qualche consiglio lo vorrei dare. Vorrei invitare i giovani a riflettere su queste parole.
La prima è passione. Non c’è vita senza passione e questa la potete cercare solo dentro di voi. Non date retta a chi vi vuole influenzare. La passione si può anche trasmettere. Guardatevi dentro e lì la troverete.
La seconda è gioia. Quello che rende una vita riuscita è gioire di quello che si fa. Ricordo la gioia nel volto stanco di mio padre e nel sorriso di mia madre nel metterci tutti e dieci, la sera, intorno ad una tavola apparecchiata. E’ proprio dalla gioia che nasce quella sensazione di completezza di chi sta vivendo pienamente la propria vita.
La terza è coraggio. E’ fondamentale essere coraggiosi e imparare a vivere credendo in voi stessi. Avere problemi o sbagliare è semplicemente una cosa naturale, è necessario non farsi sconfiggere. La cosa più importante è sentirsi soddisfatti sapendo di aver dato tutto, di aver fatto del proprio meglio, a modo vostro e secondo le vostre capacità. Guardate al futuro e avanzate.
La quarta è successo. Se seguite gioia e passione, allora si può parlare anche del successo, di questa parola che sembra essere rimasta l’unico valore nella nostra società. Ma cosa vuol dire avere successo? Per me vuol dire realizzare nella vita ciò che si è, nel modo migliore. E questo vale sia per il calciatore, il falegname, l’agricoltore o il fornaio.
La quinta è sacrificio. Ho subito da giovane incidenti alle ginocchia che mi hanno creato problemi e dolori per tutta la carriera. Sono riuscito a convivere e convivo con quei dolori grazie al sacrificio che, vi assicuro, non è una brutta parola. Il sacrificio è l’essenza della vita, la porta per capirne il significato. La giovinezza è il tempo della costruzione, per questo dovete allenarvi bene adesso. Da ciò dipenderà il vostro futuro. Per questo gli anni che state vivendo sono così importanti. Non credete a ciò che arriva senza sacrificio. Non fidatevi, è un’illusione. Lo sforzo e il duro lavoro costruiscono un ponte tra i sogni la realtà.
Per tutta la vita ho fatto in modo di rimanere il ragazzo che ero, che amava il calcio e andava a letto stringendo al petto un pallone. Oggi ho solo qualche capello bianco in più e tante vecchie cicatrici. Ma i miei sogni sono sempre gli stessi. Coloro che fanno sforzi continui sono sempre pieni di speranza. Abbracciate i vostri sogni e inseguiteli. Gli eroi quotidiani sono quelli che danno sempre il massimo nella vita.
Ed è proprio questo che auguro a Voi ed anche ai miei figli”.

VIDEO- Severn Suzuki, la bambina che "zittì il mondo per 6 minuti"


    E’ del 1992 il discorso di quella bambina che, come si legge ovunque nei video e negli articoli che la richiamano, «zittì il Mondo per 6 minuti».
    Severn Cullis-Suzuki, allora dodicenne, sostenne un discorso – un monologo – rivolgendosi direttamente alle Nazioni Unite, leggendo i suoi appunti con una disinvoltura invidiabile e senza mai incespicare sulle parole. Il tema: l’acceso problema del degrado ambientale.
    Già da tre anni, Severn faceva parte dell’organizzazione ECO (Environmental Children’s Organization) da lei stessa fondata, il cui scopo era di avvicinare i coetanei e di rivolgere la loro attenzione sul mondo attorno.
    Nel 1992 un gruppo di giovani fondatori dell’ECO (l’organizzazione di ragazzi per l’ambiente) è stato invitato ad esprimersi davanti alle Nazioni Unite. Una giovane ragazza di 12 anni, Severn Cullis-Suzuki, dà una forte testimonianza della situazione umanitaria ed ecologica del mondo.                                                            



    Il suo discorso:
    • "Buonasera, sono Severn Suzuki e parlo a nome di ECO (Environmental Children Organization). Siamo un gruppo di ragazzini di 12 e 13 anni e cerchiamo di fare la nostra parte: Vanessa Suttie, Morgan Geisler, Michelle Quaigg e me. Abbiamo raccolto da noi tutti i soldi per venire in questo posto lontano 5mila miglia, per dire alle Nazioni Unite che devono cambiare il loro modo di agire.Venendo a parlare qui non ho un’agenda nascosta, sto lottando per il mio futuro. Perdere il mio futuro non è come perdere un’elezione o alcuni punti sul mercato azionario.Sono qui per parlare a nome delle generazioni future. Sono qui per parlare a nome dei bambini che stanno morendo di fame in tutto il pianeta e le cui grida rimangono inascoltate. Sono qui per parlare per conto del numero infinito di animali che stanno morendo nel pianeta, perché non hanno più alcun posto dove andare. Ho paura di uscire fuori al sole a causa dei buchi nell’ozono, ho paura di respirare l’aria perché non so quali sostanze chimiche contiene. Ero solita andare a pescare a Vancouver, la mia città, con mio padre, ma solo alcuni anni fa abbiamo trovato un pesce pieno di tumori. E ora sentiamo parlare di animali e piante che si estinguono, che ogni giorno svaniscono per sempre. Nella mia vita ho sognato di vedere grandi mandrie di animali selvatici e giungle e foreste pluviali piene di uccelli e farfalle, ma ora mi chiedo se i miei figli potranno mai vedere tutto questo. Quando avevate la mia età, vi preoccupavate forse di queste cose? Tutto questo sta accadendo sotto i nostri occhi e ciò nonostante continuiamo ad agire come se avessimo a disposizione tutto il tempo che vogliamo e tutte le soluzioni.Io sono solo una bambina e non ho tutte le soluzioni, ma mi chiedo se siete coscienti del fatto che non le avete neppure voi. Non sapete come si fa a riparare i buchi nello strato di ozono, non sapete come riportare indietro i salmoni in un fiume inquinato, non sapete come si fa a far ritornare in vita una specie animale estinta, non potete far tornare le foreste che un tempo crescevano dove ora c’è un deserto.Se non sapete come fare a riparare tutto questo, per favore, smettete di distruggerlo.Qui potete esser presenti in veste di delegati del vostro governo, uomini d’affari, amministratori di organizzazioni, giornalisti o politici, ma in verità siete madri e padri, fratelli e sorelle, zie e zii, e tutti voi siete anche figli.Sono solo una bambina, ma so che siamo tutti parte di una famiglia che conta 5 miliardi di persone – in realtà, una famiglia di 30 milioni di specie. E nessun governo, nessuna frontiera, potrà cambiare questa realtà. Sono solo una bambina ma so che dovremmo tenerci per mano e agire insieme come un solo mondo, per raggiungere un solo scopo. Nella mia rabbia non sono cieca e la mia paura non mi impedisce di dire al mondo quello che sento. Nel mio paese produciamo così tanti rifiuti, compriamo e buttiamo via, compriamo e buttiamo via, compriamo e buttiamo via, e tuttavia i paesi del nord non condividono con i bisognosi. Anche se abbiamo più del necessario, abbiamo paura di condividere, abbiamo paura di dare via un po’ della nostra ricchezza. In Canada viviamo una vita privilegiata, siamo ricchi d’acqua, di cibo, di case; abbiamo orologi, biciclette, computer e televisioni. La lista potrebbe andare avanti per due giorni. Due giorni fa, qui in Brasile siamo rimasti scioccati mentre trascorrevamo un po’ di tempo con i bambini di strada. Questo è quello che ci ha detto un bambino di strada: «Vorrei essere ricco, e se lo fossi vorrei dare ai bambini di strada cibo, vestiti, medicine, una casa, amore e affetto». Se un bimbo di strada che non ha niente è disponibile a condividere, perché noi che abbiamo tutto siamo ancora così avidi? Non posso smettere di pensare che quelli sono bambini che hanno la mia stessa età e che nascere in un Paese o in un altro fa ancora una così grande differenza; che potrei essere uno dei bambini che vivono in una favela di Rio, o uno dei bambini che muoiono di fame in Somalia, una vittima di guerra in medio-oriente o un mendicante in India. Sono solo una bambina ma so che se tutto il denaro speso in guerre fosse destinato a cercare risposte ambientali, a eliminare la povertà e a siglare degli accordi, che mondo meraviglioso sarebbe questa Terra! A scuola, persino all’asilo, ci insegnate come ci si comporta al mondo. Ci insegnate a non litigare con gli altri, a risolvere i problemi, a rispettare gli altri, a rimettere a posto tutto il disordine che facciamo, a non ferire altre creature, a condividere le cose, a non essere avari. Allora perché voi fate proprio quelle cose che ci dite di non fare? Vi siete scordati lo scopo di queste conferenze, perché le state facendo? Noi siamo i vostri figli, voi state decidendo in quale mondo noi dovremo crescere. I genitori dovrebbero poter consolare i figli dicendo: «Tutto andrà a posto. Non è la fine del mondo, stiamo facendo del nostro meglio». Ma non credo che voi possiate dirci ancora queste cose. Siamo davvero nella lista delle vostre priorità? Mio padre dice sempre che «siamo ciò che facciamo, non ciò che diciamo». Bene, quello che voi state facendo mi fa piangere la notte. Voi continuate a dire che ci amate, ma io vi lancio una sfida: per favore, fate che le vostre azioni riflettano le vostre parole. Grazie"

    Keep Dreaming


    Vivi pienamente la tua vita ogni singolo giorno. 
    Fai esperienze, gioisci, sogna! 
    Abbi cura di te e dei tuoi amici. 
    Divertiti, fai il pazzo, non aver paura di essere considerato strano. 
    Esci, viaggia, impara! 
    Vai dove desideri e godi ogni singolo istante, ogni singolo passo. 
    Cogli l’opportunità di imparare dai tuoi errori, non essere così cocciuto da credere che non li farai. 
    Immagina la vita come tu la vuoi e costruiscila un mattoncino al giorno, te la meriti! 
    Non cercare di essere sempre perfetto, perchè ti do una buona notizia, nessuno lo è. 
    Sii semplicemente un buon esempio per chi ti sta intorno. 
    Ama le cose che fai e sii felice.

    S.Littleword