Noi donne, dovremmo fare di più la pace.
Non intendo con altre persone, ma con la parte profonda di noi.
E mi ci metto dentro per prima.
Nell'instancabile dialogo che instauriamo con la nostra vocina interiore ci giudichiamo e siamo degli arbitri spietati.
Pretendiamo tanto, tantissimo.Fatichiamo a perdonarci.
Di fronte ad uno specchio o all'esito di una sfida per cui non ci riteniamo soddisfatte, recitiamo una lunghissima lista di difetti e di errori dei quali vorremmo sbarazzarci o allontanarci per sentirci finalmente libere.
(...che neanche lo scontrino della spesa settimanale di una famiglia numerosa...)
Di fronte un foglio bianco, sotto la categoria "risorse/punti di forza/talenti" sappiamo produrre pochissimi aggettivi che di solito suonano come "sono disponibile" o "so ascoltare"...
Di fronte ad un altro foglio, sotto la categoria "aree di miglioramento/limiti" c'è descritta nel dettaglio la trilogia dei nostri disastri.
Vorremmo che le zone d'ombra del nostro essere che rifiutiamo o non apprezziamo sparissero magicamente. Desideriamo metterle a tacere, sotterrarle in profondità remote e non raggiungibili.
"Sssshhh. Stai lí! Non ti voglio! Io non sono così!"
Facciamo goffi tentativi, che ai più sensibili non sfuggono, di mostrare al mondo solo la nostra luce.
Per essere accettate, ben volute, amate.
E intanto sommergiamo quei conflitti di cose da fare, persone da vedere, risultati da raggiungere.
Famiglia, lavoro, amici. Chi più ne ha, più ne metta.
Ogni tanto sentiamo quel disagio pulsare di vita, ma lo teniamo soffocato.
Lo giustifichiamo dando colpa alla luna, al ciclo, allo stress, alla stanchezza.
Lo sfoghiamo con un pianto, una sfuriata, una corsa in apnea.
"Non è il momento. Ora non posso. Ho da fare".
Siamo inconsapevoli che quando neghiamo una parte di noi, lei inizia a giocare.
E decide di fare capolino secondo le sue regole, i suoi capricci, le sue volontà.
Se solo volessimo conoscerla, quella zona d'ombra. Se solo capissimo che è parte integrante della nostra essenza.
Troveremmo in noi ancora più ricchezza. Troveremmo in noi un'alleata.
Se solo volessimo osservarla, ascoltarla, lasciarla vivere ed esprimersi con i suoi spazi tempi e modi.
Se solo volessimo Amarla come parte della nostra naturale molteplicità.
"Eccomi, dimmi, mi metto in ascolto."
"Che cosa vuoi?"
"Come posso accoglierti?"
"Quali sono i tuoi bisogni?"
"Che messaggio mi vuoi dare?"
Parlandoci in modo utile e cogliendo gli spunti che ci attraversano.
Liberandoci dagli strati superflui e facendo circolare aria buona, lasciando il processo libero di evolversi.
Questo cambiamento non avverrà a livello mentale ed intellettuale, dove siamo le migliori esperte al mondo nel raccontarcela, ma permettendo alle risposte di affiorare dal cuore e dalla pancia.
Perchè lì è custodita la vera saggezza.
Allora si, che sperimenteremo la pace dell'interezza, dell'espansione, della gioia.
"... in realtà senza ombra la conoscenza sarebbe bloccata e impedita. È attraverso l’ombra che noi riusciamo a ricostruire la forma delle cose, grazie anche all’oscuro, grazie anche alla presenza delle ombre che proiettano al suolo e che permettono di individuare la distanza delle cose dal suolo... Un mondo senza ombra, un mondo dove ci sarebbe soltanto luce, sarebbe un mondo illeggibile per noi. […]
Roberto Casati- La scoperta dell'ombra
"Non rivolgere l'attenzione altrove nella tua ricerca della verità, perché non la troverai in un altro luogo se non nel corpo.
Non combattere contro il corpo, perché così facendo combatti contro la tua stessa realtà. Tu sei il tuo corpo. Ciò che vedi e che tocchi è solo un sottile velo illusorio. Al di sotto risiede il corpo invisibile interiore, la porta che conduce all'Essere, alla Vita Non Manifestata. Attraverso il corpo interiore, sei connesso in modo inscindibile con questa Unica Vita Non Manifestata, priva di nascita e di morte, eternamente presente. Attraverso il corpo interiore, sei per sempre un tutt'uno con Dio."
Eckhart Tolle- Il potere di adesso
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