Joe, il barbiere che chiede... abbracci!

Questa è la storia di Anthony Cymerys, conosciuto come "Joe the Barber", che negli ultimi 25 anni ha tagliato i capelli a decine e decine di senza fissa dimora a Hartford, nel Connecticut, chiedendo in cambio semplici, gratuiti e caldi abbracci.
Anthony ha iniziato ad offrire i suoi servizi da barbiere a chi è meno fortunato nel 1988, dopo aver ascoltato un'omelia proprio sui senzatetto e sulla solidarietà. Le parole che udì in chiesa lo ispirarono: prese i suoi "ferri del mestiere", li mise in macchina e iniziò a girare alla ricerca di persone che potevano avere bisogno di un taglio di capelli gratuitamente.
All'inizio ha aiutato le persone nei rifugi e nelle case di riposo, poi per anni ha lavorato nella sede locale della Young Men Christian Association (una sorta di Caritas amerciana).
Infine, decise di passare direttamente al Bushnell Park dove, ogni Mercoledì, sulle panchine di legno, lavora ancora oggi per i senzatetto. Loro giungono a decine e si mettono pazientemente in fila in attesa di un taglio di capelli, di barba e di un rilassante massaggio al viso dell'ormai ottantaduenne Joe, che usa la batteria dell'auto per alimentare il suo tagliacapelli.
Come se fosse in un normale negozio, questo eroe moderno chiede ai suoi "clienti" lo stile desiderato per la loro acconciatura e si mette all'opera. Inizia a tagliare e rasare.
Dopo di che, procede con un bel massaggio a viso, orecchie, collo, gola e spalle.
Tutto quello che chiede in cambio è un grande abbraccio.

Bello vero? E il mondo diventa migliore...
Grazie per il tuo contributo Joe :)

2 commenti:

  1. Mi fa proprio piacere che gli hai dedicato un post. Mi sembra una grandissima persona e mi emoziona pensare che al mondo ci siano tanti individui così. In fondo, come ha detto all'inviata della AP, "questo è veramente amore. Io amo questi ragazzi" e parlando al cliente cui stava tagliando i capelli " Tu sai che ti amo, giusto? "
    E' un grande.
    Proprio ieri mi è capitato di vedere, in un programma su rai3, un altro uomo straordinario. Ha dedicato,( e continua a farlo), la decima , ossia un decimo dei suoi guadagni, ai poveri. Per l'esattezza li ha investiti in bus. I primi due glieli hanno incendiati, ma lui non si è dato per vinto. Nel servizio di ieri hanno documentato il suo impegno settimanale; per l'esattezza due giorni a settimana. Raccoglie masse di poveri a fermate determinate - che numero enorme di persone- per condurli in un centro di accoglienza dove ricevono un pasto caldo, vestiti e alcuni medicinali. Mi sono emozionato a vederlo. Il bus era pieno. Non c'era spazio neppure per uno spillo e , dopo una determinata fermata, non ha potuto più accogliere passeggeri. I meno fortunati tra gli sfortunati. Gli ultimi degli ultimi. C'era ombra nella sua gioia ma cmq aveva portato della speranza in alcune vite. E' molto. Non sarà tutto, certo, ma quanto cambia tra fare e non fare, tra guardare e agire. Sono queste le storie che mi fanno credere e sperare.
    Un piccolo libro su don Lorenzo Milani si intitola, A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca.
    Quanto è vero.
    Ti abbraccio e sorrido

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  2. Parto dall'abbraccio...ricambio e sorrido anche io. :)
    Grazie per questa condivisione Gian, amo questo genere di storie e credo che diffonderle sia un buon modo per contribuire e per sensibilizzarci all'azione.

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