RUBRICA - CrossOver - Per essere Pronti...

"La migliore preparazione per domani è fare il tuo meglio oggi." 
(H. Jackson Brown Jr.)

Ciao ragazzi, bentornati su CrossOver.
Immagino siate abituati a vedere e tifare i vostri giocatori preferiti, di Pallavolo e Beach Volley in campo durante la gara… cioè nella circostanza in cui devono esprimere il loro meglio. La partita è in assoluto il momento più piacevole, più divertente e più emozionante… il momento in cui concretizziamo tutto quello che abbiamo allenato nel periodo precedente. Ma sono poche le telecamere che seguono gli allenamenti tecnici sul campo e ancora meno quelli fisici in sala pesi. In realtà, come sapete, il lavoro da fare per arrivare a giocare una partita è tanto, e, assolutamente indispensabile.



Per usare una metafora automobilistica, prima che la macchina possa correre in pista per gareggiare al top con gli avversari, l’assetto deve essere studiato e predisposto minuziosamente, dalla pressione degli pneumatici, al livello di carburante… ogni componente va calibrato nei dettagli affinché la macchina possa sfruttare al massimo i suoi punti di forza.

Dunque, la fase di preparazione alla stagione, quella in cui esattamente ci troviamo ora noi del beach volley, e in seguito quella del mantenimento, sono davvero fondamentali. Ora ci si allena ad essere più forti, più potenti, più reattivi, più veloci, più resistenti… tutte qualità che saranno indispensabili durante i tornei per performare al meglio. Quanto più impegno metteremo adesso, tanto più troveremo benefici tra qualche mese in campo



Scopriamo qualche dettaglio a riguardo con il nostro ospite di oggi, Andrea Pozzi.
Andrea è l’attuale preparatore atletico della Nazionale Indoor Maschile con la quale ha vinto due argenti europei (2011 e 2013), il bronzo ai Giochi Olimpici di Londra del 2012 e un bronzo alla World League del 2013. Segue gli azzurri della pallavolo dal 2011 e da quest’anno mette a disposizione la sua esperienza tecnica anche alle nostre nazionali di Beach Volley.

1. A che cosa serve la preparazione fisica?
- La preparazione fisica serve a migliorare la performance, prevenire infortuni e/o le piccole patologie inevitabili di tutti gli sport.
 2. Come mai hai scelto di seguire, oltre quella Indoor Maschile, anche le due Nazionali di Beach Volley?
- Ho deciso di affrontare questa esperienza perchè ero curioso di studiare e di cimentarmi in questo sport così diverso dal mio di appartenenza  (il Volley)
 3. Quali sono le differenze salienti nella preparazione fisica tra la Pallavolo e il Beach Volley? E quali sono invece gli aspetti che rimangono inalterati?


- Esistono molti fattori comuni tra i due sport, si parla di discipline uniche nel panorama mondiale, pensate: non posso trattenere la palla, devo passarla ad un compagno/a, dunque non può esistere un giocatore che fa la differenza ma è il gioco di squadra a farlo. Chiaramente non bisogna pensare che il Beach Volley sia Pallavolo sulla sabbia, quindi anche i protocolli di preparazione vanno differenziati. Considerate, ad esempio, la battuta. Nel Beach si batte una volta ogni 4 turni, nel Volley una ogni 12, quindi ci sono differenze numeriche rilevanti che poi determinano un lavoro di preparazione diverso, sia rispetto le quantità sia su altri aspetti come la reattività. Tecnicamente infatti, nel beach volley forza esplosiva e forza reattiva chiedono dell’allenamento in più in fase di preparazione atletica, rispetto all’indoor dove se ne fa già tanto per differenza di superficie, durante le sedute tecniche.
 4. Quando guardi un atleta, riesci già a vedere il suo cambiamento?
- Devo dire che facendo questo lavoro da qualche anno mi rendo conto di avere sempre più un occhio di qualità e quindi riesco a proiettarmi già il cambiamento dell’atleta. Naturalmente è necessaria la costante valutazione di come rispondono alcuni muscoli a determinati carichi.
5. Quanto tempo è giusto dedicare alla preparazione fisica dell’atleta?


- Negli ultimi 20 anni tutti gli sport hanno visto un incremento notevole delle prestazioni fisiche (si parla di sport più fisici che tecnici ormai) e, considerando che si deve inserire nel protocollo di preparazione fisica anche la gestualità tecnica, direi che più del 50% del nostro tempo deve essere dedicato a questo.
 6. Su quali caratteristiche in particolare lavori per rendere un giocatore un Top Player?
- Mi piace individualizzare al massimo i programmi di lavoro ed enfatizzare i punti di forza dell'atleta stesso
 7. Come fai a capire che un atleta è pronto, che qualcosa va cambiato o che è tempo di incrementare o diminuire il lavoro?
- Devo dire che il discorso esperienza conta molto, ma non sarebbe necessario a capire tutto, quindi mi avvalgo di strumentazioni sofisticate che utilizzo quotidianamente e ascolto molto le sensazioni degli atleti (che rimangono i migliori preparatori di se stessi)
 8. Che cosa ti piace di più del tuo ruolo? Quali aspetti realmente ti appassionano?    
- Sento di essere nato per questo lavoro, ho girato il mondo e imparato lingue e culture diverse, mi appassiono studiando e ho sempre fame di apprendere e di sperimentare
9. Ci sono strumenti particolari che possono aiutare il preparatore atletico in questa fase così delicata ed importante?

- I test di salto, di potenza e lo stato della qualità muscolare sono fondamentali nella costruzione della performance
10. Come motivi i tuoi atleti a dare sempre il massimo in sala pesi, nonostante la stanchezza, lo stress, gli acciacchi fisici…?
- Il lavoro condito al divertimento mi sembra sempre una buona medicina
 11.  C’è uno sport in particolare che ti piacerebbe allenare/preparare?
- Sono contento di queste due mie passioni, forse porterei qualcosina di innovativo nel calcio.
12. Se volessi usare una metafora, come definiresti il tuo ruolo nei confronti di un giocatore?
- Credo che il preparatore sia una sorta di "bagnatore" per l'atleta: un cattivo preparatore usa un secchione d'acqua per bagnare l'atleta, con tutti i problemi che esso comporta (artrite raffreddore, etc); quello bravo invece, usa una pistoletta ad acqua, combinando quindi una qualità mirata alle giuste dosi.
 13. Come sai che stai facendo un buon lavoro?


- Lo leggo dagli occhi e dalla fiducia degli atleti/e
14. Quali sono le differenze sostanziali nel lavoro per l' atleta uomo e quello per l'atleta donna?
- Le differenze più grandi sono da riscontrare a livello ormonale, l'uomo grazie al testosterone è più esplosivo e quindi può lavorare più sulla forza massima, la donna invece ha bisogno di maggiori esercitazioni di forza esplosiva e reattiva.
15.   Come crei il legame di fiducia con un tuo atleta? Quanto è importante ai fini del lavoro secondo te?
- Provo ad essere me stesso e sono onorato del fatto che un atleta si fidi delle mie competenze, grazie a questo posso osare.

Grazie mille Andrea!

Un abbraccio a tutti voi,
alla prossima
Momi


http://www.pallavoliamo.it/rivista-on-line/crossover/

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