Ho girato la vita in lungo e in largo, principalmente grazie allo sport.
Ho fatto innumerevoli esperienze che sento di avere goduto e apprezzato fino all’osso.
Mi ci sono sporcata, con la vita, ho corso all’impazzata, mi sono sbucciata le ginocchia, fatta il bagno, cambiata d’abito.
Ci ho fatto le passeggiate, mano nella mano.
Sono stata coccolata, nutrita.. e ho imparato presto a fare ed essere da sola.
In questi giorni di montagna, così come nella precedente vacanza al mare, mi sono riscoperta bambina, eccitata ed entusiasta per cose mai fatte, luoghi mai visti, abitudini e routine mai avute.
Una felicità che quasi destabilizza, come se fosse troppa da poter essere contenuta.
Intorno a me spio e ammiro chi con la certezza e la sapienza di posti conosciuti, salde routine e vacanze già sperimentate, si muove con saggezza, padronanza e armonia.
E allora penso che mi sono mancati dei piccoli pezzetti di infanzia, di giovinezza.
Pezzi di “normalità”, di gioia, di avventure, di ricordi.
Ma non mi sento male per questo, anzi, perché ad oggi ne apprezzo ancora di più il valore.
Assaggio, assaporo, scopro, mi metto in ascolto, scelgo, mi lascio incantare dalla meraviglia, dalla vastità e intelligenza della Natura, dal perfetto cibo che sa offrirci, dai panorami che mi inumidiscono gli occhi, dai colori che segnano, dal grande cuore delle persone amate con cui condivido il cammino.
E questi pezzi del puzzle, che erano lì ad aspettarmi, appena si sentono riconosciuti prendono magicamente la loro posizione.
Quasi a dire:” È il mio momento!”
Non si sentono in ritardo, non sono sgualciti, rovinati, rancorosi, o peggio negli anni hanno perso la loro vivacità.
No.
Sono splendenti, felici che io abbia trovato il tempo e il modo di scoprirli.
Prendo con cura un pezzo alla volta tra le mani.
Gli sorrido, lo benedico, e lo posiziono lì, nel suo incastro perfetto.
Ad impreziosire il mio meraviglioso disegno in questa esistenza.
“Non è mai troppo tardi per avere una infanzia felice”.
R.Bandler
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