Ciao ragazzi, ho tante avventure accadute in questi ultimi mesi da raccontarvi! Quindi cominciamo subito: oggi si parla di Beach Volley e Solidarietà.
Il primo evento al quale vorrei dare spazio è quello a cui ha partecipato l’intera Nazionale Femminile di Beach Volley in Emilia “Uno gnocco per una tensostruttura”: siamo state invitate a disputare un torneo che raccogliesse fondi per noleggiare una copertura per il campo da beach di S. Prospero, unica sede rimasta disponibile a causa del terremoto, nella quale i ragazzi del luogo potessero svolgere attività sportive. C’eravamo tutte: Marta, Greta, Laura, Daniela, Vicktoria, Giada e 4 ragazze del giovanile, tra cui le due campionesse d’Italia under 20, Lissandro e Glauco. Ho affrontato questo appuntamento con lo spirito di chi sa che cosa rappresenta e lo mette a disposizione: il beach volley è il nostro mezzo di comunicazione, è lo strumento che ci rende un esempio agli occhi di chi ci guarda, è il veicolo attraverso il quale possiamo contribuire a nobili cause. La formula del torneo è stata studiata dal nostro coach Lissandro in modo simpatico: le 4 atlete seniores hanno fatto coppia ciascuna con una delle 4 atlete Under 20 e si sono scontrate in semifinali e finali; Marta, Greta e Giada hanno invece fatto da arbitri delle gare! Ho giocato con la campionessa italiana under 20 Lodovica Langellotti…e abbiamo simbolicamente vinto il torneo!
Questa esperienza mi ha coinvolto molto, ho visto persone commosse e grate per la nostra presenza. Sapete, sono riuscita a provare emozioni simili alle loro qualche anno fa, quando la mia famiglia è stata colpita da un incidente aziendale (un incendio): so cosa significa perdere un lavoro, vedere tutto andare in fumo, togliere dalle macerie ciò che rimane, lasciare andare quello che per anni è stato tuo e per cui hai faticato, ma che non puoi più recuperare. Ho conosciuto lo sconforto, le lacrime, l’incredulità, le domande, le responsabilità e la fragilità di un padre, ma ho conosciuto anche la forza, la concretezza e la voglia di ripartire subito di una famiglia unita che nella difficoltà ha capito che l’Azione era l’unica strada da percorrere. Però un luogo di lavoro non è una casa: perdere il tetto sopra la propria testa significa perdere la tua sicurezza più profonda, il punto di ritrovo per le persone che ami, il tuo rifugio, la certezza, il riparo. Quello no, non so che cosa significhi, per questo sono vicina a tutte le persone che ancora vivono dentro ad una tenda o che per mesi hanno avuto il timore di tornare nelle loro case per paura di nuove scosse. Ma so anche che noi uomini abbiamo dentro risorse infinite e che sappiamo rimboccarci le maniche per trovare ed attuare soluzioni: la vita di ognuno è colpita da terremoti, di grado più o meno intenso, l’importante è ripartire a testa alta sapendo affrontare gli eventi con coraggio e determinazione.
La compagna iridata Under 20 di Lodovica, Elisa Bellodi è stata speciale protagonista dell’evento poiché residente nella zona interessata del sisma: pensate che fino a poco tempo fa andava a scuola nel pomeriggio perché le strutture sane erano poche ed era necessario che le classi si dessero dei turni. Colgo l’occasione per ringraziare la sua famiglia per l’ospitalità e la gentilezza con cui ci ha accolte. Un grazie anche alla struttura dello Sporting Club di Carpi che ci ha permesso di disputare due allenamenti tecnici durante il weekend. Ho apprezzato molto lo spirito di generosità di queste persone: a volte pensiamo di non aver niente da offrire, ma ci dimentichiamo del potere enorme che hanno l’intenzione e l’amore che mettiamo nel fare le cose.
Seconda cartolina: ho passato qualche giorno a casa, nella mia Crespano del Grappa e ho avuto il piacere di essere madrina ad una cena di beneficenza a favore della LILT (Lega Italiana Lotta Tumori) in un ottimo ristorante della pedemontana. Oltre alle favolose pietanze che Gerry (proprietario del locale e simbolo di chi ha sconfitto la Malattia) ci ha preparato, tutte incentrate su prodotti del nostro territorio, è stato dato spazio a sindaci, assessori, imprenditori e primari di ospedali per sensibilizzare una prevenzione che ci salva la vita o che in molti casi ritarda l’evoluzione delle malattia. Ho rappresentato la categoria degli atleti, che per professione sono abituati ad aver cura del proprio corpo tramite l’attività fisica, la sana alimentazione ed annuali check-up; ho contribuito mettendo un top del World Tour all’asta, un simbolo con il quale rappresento la mia provincia di nascita nel mondo, e in questo frangente utile alla causa LILT.
La terza cartolina che vi presento non riguarda esattamente la solidarietà, ma è un'esperienza che mi ha riempito il cuore di gratitudine e che desidero condividere con voi.
Ho conosciuto Don Daniele su facebook e da tempo mi invitava a far visita al suo patronato di Este. Finalmente a novembre ne ho avuto l’occasione e sono andata a conoscerlo personalmente. Quello che ho trovato ad accogliermi ha superato ogni aspettativa: erano coinvolte le tre società storiche di pallavolo di Este, ragazze, genitori, dirigenti e allenatori. Don Daniele ha allestito la chiesa dove ha celebrato la S. Messa a tema Pallavolo/Beach Volley: sull’altare un cesto di palloni, una rete, un elastico, una borraccia, un paio di ginocchiere, le divise da gioco. Con la sua abilità di esprimere in metafore il Vangelo ha saputo celebrare una messa ricca di significato, molto coinvolgente e assolutamente alla portata di ragazze giovani impegnate nello sport. Ha montato un video con le mie fotografie e mi ha permesso di dialogare con i partecipanti all’incontro raccontando le mie esperienze nel mondo del Beach Volley. E’ stato uno scambio che mi ha arricchita molto e nuovamente ha preso in me coscienza il fatto di volermi comportare da esempio, sia per chi mi segue, sia per chi viene a contato con me anche solo pochi minuti.
Ho conosciuto un patronato con una struttura pazzesca, palestre, aree sportive, campi da gioco; ricco di ragazzi (circa 500) impegnati nelle più diverse attività sportive, un punto di ritrovo, di aggregazione tra diverse età ed esprimo nuovamente la mia stima a chi rende possibile fa funzionare tutto questo e che contribuisce allo sviluppo sano dei giovani.
Sono stata omaggiata di una targa e di un paio di ginocchiere… si certo, sanno che non le uso in campo, ma il significato con cui mi sono state consegnate è pienamente condiviso e lo porto con me da molto tempo: “Nella vita bisogna osare e mettersi in gioco, che non vuol dire essere spavaldi o temerari, ma buttarsi usando mente e cuore, cercando sicurezza nelle proprie capacità (giusta autostima, non superbia) e nelle persone amiche (per un cristiano Gesù Cristo) che come le ginocchiere possono aiutarti a risollevarti anche dopo le cadute più brutte e donarti l’entusiasmo e la speranza per ricominciare e osare ancora!
E’ come lasciarsi andare tra le braccia della persona che ami… se ti fidi veramente, ti butterai completamente e godrai a pieno questa meravigliosa sensazione… se hai dei dubbi, rimani un po’ tesa… rischi di farti male e di fare male all’altro e sicuramente rischi di non gustare al meglio tutto questo!” (cit. Don Daniele).
Affrontate le vostre sfide quotidiane con coraggio, coscienza e cuore!
A presto
Momi
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