Adoro leggere, e stasera ho incontrato questa storiella Zen a proposito delle "zone d'ombra", ovvero quelle parti di noi che preferiremmo evitare e nascondere, piuttosto che accettare e comprendere. Spesso ci nascondiamo dietro una maschera per apparire perfetti, con la conseguente frustrazione che ne deriva.
Ci vergogniamo, ci sentiamo male, colpevolizziamo noi stessi o gli altri (dato che la perfezione non è propria degli uomini).
Invece è utile prendersi del tempo per analizzare le nostre ombre, per comprenderle e per trovare i modi per non alimentare quegli aspetti che di noi non ci piacciono.
Le ombre nascondono anche dei talenti e dei doni di cui spesso non siamo ancora consapevoli.
E come scrive Leonard Cohen:
"C'è una crepa in ogni cosa. Ed è da lì che entra la Luce."
"Un’anziana donna cinese aveva due grandi vasi, ciascuno sospeso all’ estremità di un palo che lei portava sulle spalle.
Uno dei vasi aveva una crepa, mentre l’altro era perfetto, ed era sempre pieno d’acqua alla fine della lunga camminata dal ruscello a casa, mentre quello crepato arrivava mezzo vuoto.
Per due anni interi andò avanti così, con la donna che portava a casa solo un vaso e mezzo d’acqua.
Ci vergogniamo, ci sentiamo male, colpevolizziamo noi stessi o gli altri (dato che la perfezione non è propria degli uomini).
Invece è utile prendersi del tempo per analizzare le nostre ombre, per comprenderle e per trovare i modi per non alimentare quegli aspetti che di noi non ci piacciono.
Le ombre nascondono anche dei talenti e dei doni di cui spesso non siamo ancora consapevoli.
E come scrive Leonard Cohen:
"C'è una crepa in ogni cosa. Ed è da lì che entra la Luce."
"Un’anziana donna cinese aveva due grandi vasi, ciascuno sospeso all’ estremità di un palo che lei portava sulle spalle.
Uno dei vasi aveva una crepa, mentre l’altro era perfetto, ed era sempre pieno d’acqua alla fine della lunga camminata dal ruscello a casa, mentre quello crepato arrivava mezzo vuoto.
Per due anni interi andò avanti così, con la donna che portava a casa solo un vaso e mezzo d’acqua.
Naturalmente, il vaso perfetto era orgoglioso dei propri risultati. Ma il povero vaso crepato si vergognava del proprio difetto, ed era avvilito di saper fare solo la metà di ciò per cui era stato fatto.
Dopo due anni che si rendeva conto del proprio amaro fallimento, un giorno parlò alla donna lungo il cammino:
“Mi vergogno di me stesso, perché questa crepa nel mio fianco fa sì che l’acqua fuoriesca lungo tutta la strada verso la vostra casa”.
“Mi vergogno di me stesso, perché questa crepa nel mio fianco fa sì che l’acqua fuoriesca lungo tutta la strada verso la vostra casa”.
La vecchia sorrise:
“Ti sei accorto che ci sono dei fiori dalla tua parte del sentiero, ma non dalla parte dell’altro vaso? È perché io ho sempre saputo del tuo difetto, perciò ho piantato semi di fiori dal tuo lato del sentiero ed ogni giorno, mentre tornavamo, tu li innaffiavi.
Per due anni ho potuto raccogliere quei bei fiori per decorare la tavola. Se tu non fossi stato come sei, non avrei avuto quelle bellezze per ingentilire la casa”.
“Ti sei accorto che ci sono dei fiori dalla tua parte del sentiero, ma non dalla parte dell’altro vaso? È perché io ho sempre saputo del tuo difetto, perciò ho piantato semi di fiori dal tuo lato del sentiero ed ogni giorno, mentre tornavamo, tu li innaffiavi.
Per due anni ho potuto raccogliere quei bei fiori per decorare la tavola. Se tu non fossi stato come sei, non avrei avuto quelle bellezze per ingentilire la casa”.
Bisogna prendere ciascuno per quello che è e vedere ciò che c’è di buono in lui.
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