RUBRICA- CrossOver- L'altra metà del cuore

Ciao ragazzi, come state? Mi auguro alla grande! 
In attesa che la federazione ci aggiorni con novità e programmi della stagione 2015, io e Laura, insieme a coach Mauro Budani e al nostro team di sparring partner, ci stiamo allenando autonomamente sulla sabbia: pensate che a parte gli ultimi tre giorni in cui ha piovuto, stiamo ancora sfruttando l’aria aperta nella struttura del Pinetina Beach Village, al mare… il tempo qui a Ostia è davvero incredibile! 
Dato che in questo periodo non ci sono tornei (la prossima tappa del campionato italiano indoor sarà a fine febbraio proprio qui a Roma) sono tornata a mettere piede, direi meglio scarpa, in una palestra di pallavolo! Eh già, come cantava Antonello Venditti “certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”… sono stata inserita nell’ organico dell’ Ostia Volley Club, società che disputa il campionato di B1, quindi giocherò con loro qualche partita prima di tornare a dedicarmi completamente al beach volley.
Devo dire che dopo tre anni di sola sabbia le prime sensazioni sono state stranissime: come sport sono davvero diversi, sia a livello tecnico che fisico e mi sono data da fare per adattarmi velocemente alle nuove condizioni; fortunatamente la pallavolo è l’altra metà del mio cuore e mi trasmette emozioni indelebili… ricordo ancora quanto mi è costato scegliere tra il volley, il mio primo amore, e il beach volley a tempo pieno, 9 anni fa. 
Quindi una sera mi presento in palestra non del tutto convinta che in un campo così affollato e con nessuna buca da coprire mi sarei trovata a mio agio… in realtà, dopo aver rinfrescato qualche meccanismo, ho iniziato subito a divertirmi e a ricordare perché mi piaceva così tanto. Bello ritornare a fare schemi veloci, o costruire l’azione mettendo in condizioni il compagno di fare punto con una buona ricezione o appoggio o difesa, bella la leggerezza e l’entusiasmo di ragazze giovani che lavorano sodo, bello poter dare il mio supporto in termini di esperienza sportiva e perché no? aiutarle a coltivare il loro interesse verso il mental coaching. Bello esultare insieme in mezzo al campo tra tanti abbracci, rivivere lo spogliatoio, le riunioni tecniche, la trasferta in pullman con la crostata. Bello entrare in un team, dal presidente, allo staff, alle atlete, che condivide lo stesso obiettivo comune, rispetto al beach volley dove anche le coppie che si allenano nello stesso campo sono in competizione tra loro e hanno traguardi differenti. Le ragazze sono state carinissime e molto disponibili e mi hanno fatta sentire subito parte della squadra. A qualche allenamento è venuta anche Giombi e devo dire che vivere insieme un contesto diverso da quello del beach volley è stato molto stimolante e divertente.
Dopo qualche vescica ai piedi e dei meravigliosi lividi alle ginocchia, guadagnati per aver dimenticato come ci si butta sul duro!! :-D mi sono attrezzata con scarpe nuove e ginocchiere più imbottite e mi sono lasciata guidare dall’ inconscio. Dopotutto ho giocato a pallavolo per ben 18 anni!
Ho ben presente il momento della mia infanzia dove tutto ebbe inizio: ero una bambina irrequieta, facevo la seconda elementare, giocavo a tennis, lo sport che papà aveva scelto per me e in cui me la cavavo davvero bene. Finiti i compiti mi mettevo davanti la tv a sgranocchiare con gioia il mio panino con il formaggino Bel Paese... la mia merenda preferita. Un giorno inizia un nuovo cartone animato (Mila e Shiro)… guardo la prima puntata, poi la seconda, poi la terza… passa qualche tempo e mi rendo conto che quella ragazzina indisciplinata dai capelli rossi mi piace da impazzire. Di lei amo la trasparenza, l’entusiasmo, la sbadataggine, il talento, la determinazione, la grinta, lo spirito di sacrificio, la voglia di arrivare. E più di lei mi piace quello che fa: gioca a pallavolo. E quasi più di cosa fa mi piace come lo fa: con il fuoco negli occhi
Così, davanti alla tv, si è accesa la mia passione e non posso dimenticare con quale intensità ho imparato a sognare grazie alla scoperta di quello sport. 
Da lì a decidere il mio obiettivo, il passo è stato breve. Mamma mi racconta spesso il giorno in cui mentre lei era affaccendata nei lavori domestici le ho detto: ”Un giorno farò parte anche io della nazionale di pallavolo!” 
Ricordo ancora in che stanza della casa mi trovavo nel momento in cui ho comunicato al mio papà, con la decisione di un adulto :”Io vado a giocare a pallavolo!”. L’ho solo sentito brontolare qualcosa che ne faceva trasparire il totale disaccordo. Ma era troppo tardi: ero già innamorata della mia nuova scoperta! 
Mi iscrivo alla scuola di volley del mio paese: alta, magra, con dei pantaloncini da ciclista viola e le Superga di tela… look discutibile e quando guardo le due- tre foto dell’epoca muoio dal ridere!!! 
Avevo un allenatore, Enzo, che sembrava mister Diamond, tipo che se sbagliavi qualcosa o non ti buttavi su un pallone ti attaccava addosso fortissimo un macello di palloni… e a me piaceva da matti! :D 
Lui era molto severo, ma credeva in me, e mi ha insegnato ad usare la mia grinta per arrivare dove volevo: per questo non smetterò mai di ringraziarlo. Perché quella è stata la mia chiave. 
Non vi sto a raccontare come poi obbligavo mio fratello minore ad allenarmi per ore in salotto lanciandomi decine di pupazzi di peluche… poverino… ma mi serviva un coach privato!!!
Nello sport le abilità tecniche e fisiche sono certamente necessarie, ma il mondo è pieno di storie di chi si è costruito il proprio successo lavorando sodo e con il fuoco negli occhi, pur non possedendo un talento da capogiro. Con l’atteggiamento e l’attitudine giusta si possano scavalcare le montagne, le avversità, le avversarie. In questo cammino sportivo che dura da una vita ho disputato un sacco di partite, di tornei, di competizioni importanti, ho avuto decine di allenatori, cambiato diverse squadre, città, scuole, sport e mi sento di dire che spesso il nemico più grande, l’avversario più ostico, è dentro a noi stessi. E’ quello che risiede nel modo di pensare, nelle  convinzioni, negli stati d’animo.  Ed è proprio l’approccio che abbiamo verso noi stessi che può paralizzarci o farci fare passi da gigante.  
Ognuno ha un lato del proprio carattere che respinge, che spesso vuole cancellare, allontanare, dimenticare e che combatte: quello costituito da paura, insicurezza, fretta, pigrizia, ansia, rabbia, vergogna...e chi più ne ha più ne metta. Dietro quel lato si nasconde il nostro personale avversario, ma avete mai pensato che proprio sfruttando quelle caratteristiche negative possiamo fare un salto di qualità? 
Come cambierebbero le nostre prestazioni se utilizzassimo quei lati scomodi come delle spinte verso il raggiungimento dei nostri obiettivi? Ad esempio per fuggire dalla pigrizia dovrai far leva sulla tua forza di volontà ed allenarti di più, per veicolare la tua rabbia metterai ancor più grinta e determinazione su ogni pallone, per gestire la tua ansia ti darai da fare nel percorso della consapevolezza con libri o tecniche come il rilassamento, per combattere la tua paura dovrai riscoprirti coraggioso … e così via. 
Nell’ accettare e conoscere ogni nostra zona d’ombra si nasconde anche la soluzione. Con il tempo sono infatti giunta a capire che i nostri aspetti negativi nascondono delle risorse e possono farci scoprire dei talenti che non pensavamo nemmeno di avere. Desideri così tanto fuggire da loro che cambi percorso, cambi strada, abitudini, strategie, atteggiamento, modalità. E mentre cambi, scopri di poter contare su altre parti di te, proprio quelle che ti servivano per fare il salto di qualità, per evolverti come persona e come atleta. Così incontri la determinazione, la pazienza, il coraggio, la testardaggine, la sicurezza, la forza, la dedizione… e comprendi che a volte il nemico interiore può diventare il tuo migliore alleato per realizzare i tuoi obiettivi.
Nella mia personale esperienza due grandi leve mi hanno spinto contemporaneamente verso i miei sogni: il desiderio di vivere la mia passione e la volontà di non dare ragione alla percezione dei miei limiti. 
Quindi non lasciare che siano gli altri a decidere chi e che cosa diventerai. Non vivere gli obiettivi di qualcun altro, scegli i tuoi e lasciati guidare da ciò che ti fa battere davvero il cuore. Perché non è importante avere dei sogni per raggiungerli, è importante avere dei sogni per nutrirli quotidianamente dentro di te e sorprenderti di quanto tu sia capace di ottenere lungo il percorso.
 Un abbraccio
Momi

Volleyball.

"Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano..."

#Volleyball

Come lo vuoi il destino?

Mi piace pensare che il destino non sia qualcosa di lontano, metaforico, futuro o casuale.
Il destino è un disegno che realizziamo nel presente, con quello che scegliamo di essere e fare, o di non essere e non fare, Ora.
Godendo di ogni attimo tra sfide e opportunità, sacrifici e gioie.
Guidati dalla Luce.

"Tutto diventa un mezzo per un fine, ma se il fine è sempre domani, come possiamo assaporare veramente la vita?"

#BeachVolleyballLovers #OutsidePractice #InvernoRomano #Happiness #OverTheBlock

Get your head in the game!

Allenati con esigenza e cura, come se fossi il primo allenatore di te stesso.
Allenati ricercando costantemente il tuo meglio come se l'occasione fosse alle porte.
Allenati con fame, dedizione e metodo per sapere esattamente su cosa poter contare.
Allenati con orgoglio, entusiasmo e precisione come se quel centimetro in più, quella ripetizione in più e quel secondo in meno decidessero delle tue vittorie future.
Quando ti richiedi il massimo, e ti assumi la responsabilità di ogni azione in campo (tecnica e di atteggiamento), non hai tempo di nasconderti dietro le scuse o le difficoltà, perché ogni minuto è dedicato al tuo miglioramento personale.  Dimentichi di desiderare di più di ciò che hai, perché quello che ti serve per fare un ottimo lavoro è davvero poco in termini di materiale (un campo, una rete, i palloni, un cubo).
Il resto risiede in te e nella tua compagna e nelle vostre reciproche capacità di saper sfruttare il presente.

La chiave del successo? La grinta

Dopo aver lasciato un buon lavoro come consulente, Angela Lee Duckworth iniziò a lavorare come insegnante di matematica delle scuole medie in una scuola pubblica di New York. Subito si rese conto che il Q.I. non era l'unica cosa che separava gli studenti di successo da quelli che facevano fatica. Qui ci spiega la sua teoria della "grinta" per predire il successo.

"All'età di 27 anni, lasciai un lavoro impegnativo in consulenza gestionale per un lavoro ancor più impegnativo: insegnare. Andai a insegnare matematica ai ragazzi delle medie nelle scuole pubbliche di New York. E come ogni insegnante, preparavo quiz e test. Assegnavo i compiti. Quando i lavori mi venivano consegnati, calcolavo i voti.
0:35Ciò che mi colpì fu che il Q.I. non costituiva la sola differenza tra gli studenti migliori e peggiori. Alcuni dei miei migliori alunni non avevano Q.I. stratosferici. Alcuni dei ragazzi più intelligenti non andavano molto bene.
0:53E questo mi fece pensare. Le cose che devi imparare alle medie in matematica, sono difficili: le proporzioni, i decimali, l'area di un parallelogramma. Ma questi concetti non sono impossibili, e io ero convinta che tutti i miei studenti avrebbero potuto imparare il materiale se avessero lavorato sodo e a lungo.
1:15Dopo qualche altro anno di insegnamento, giunsi alla conclusione che ciò di cui abbiamo bisogno nell'istruzione è una migliore conoscenza degli studenti e dell'apprendimento da un punto di vista motivazionale, da un punto di vista psicologico. Nell'istruzione, la cosa che sappiamo misurare meglio è il Q.I., ma che succede se andare bene a scuola e nella vita dipende da qualcosa di più grande dell'abilità di imparare velocemente e facilmente?
1:47Quindi lasciai la scuola, e andai all'università per diventare psicologa. Iniziai a studiare i ragazzi e gli adultiin vari contesti impegnativi, e in tutti gli studi la mia domanda era: chi ha successo qui e perché? Andai con il mio gruppo di ricerca all'Accademia militare di West Point. Cercammo di predire quali cadetti sarebbero rimasti nell'addestramento militare e quali si sarebbero ritirati. Andammo al National Spelling Bee per cercare di predire quali bambini sarebbero andati avanti nella gara. Studiammo tra gli insegnanti le nuove reclute che lavoravano in quartieri difficili, chiedendoci quali insegnanti sarebbero stati ancora lì a insegnare alla fine dell'anno scolastico e tra questi, chi sarebbe stato il più efficace nel migliorare i risultati di apprendimento degli studenti. Collaborammo con aziende private, chiedendoci quali venditori avrebbero mantenuto il posto di lavoro. E chi avrebbe guadagnato più soldi. In tutti questi contesti diversi, emerse una caratteristica per prevedere in modo significativo il successo. E non era l'intelligenza sociale. Non era l'aspetto fisico, la salute fisica e non era il Q.I. Era la grinta.
3:00La grinta è la passione e la perseveranza per raggiungere obiettivi a lungo termine. La grinta è resistenza.La grinta è seguire il proprio futuro, giorno dopo giorno, non solo per una settimana, o per un mese, ma per anni, lavorando sodo per rendere quel futuro una realtà. La grinta è vivere la vita come una maratona, non come uno scatto.
3:26Qualche anno fa, iniziai a studiare la grinta nelle scuole pubbliche di Chicago. Chiesi a migliaia di studenti delle superiori di compilare questionari sulla grinta, e aspettai più di un anno per vedere chi si sarebbe diplomato. Risultò che i ragazzi più grintosi avevano più probabilità di diplomarsi, anche quando li confrontavo in base a qualsiasi caratteristica potessi misurare, come il reddito della famiglia, i punteggi nei test di valutazione, e quanto i ragazzi si sentivano sicuri a scuola. Quindi non è solo a West Point o al National Spelling Bee che la grinta conta. Conta anche a scuola, specialmente per i ragazzi che rischiano di ritirarsi. Per me, la cosa più scioccante sulla grinta è quanto poco sappiamo, quanto poco la scienza sa, su come svilupparla. Ogni giorno, genitori e insegnanti mi chiedono: "Come sviluppo la grinta nei ragazzi? Cosa devo fare per insegnare ai ragazzi una solida etica del lavoro? Come li mantengo motivati nel lungo periodo? La risposta sincera è che non lo so. (Risate) Quello che so è che il talento non ti rende grintoso. I nostri dati mostrano chiaramente che ci sono molti individui di talento che semplicemente non portano a termine i propri impegni. Infatti, nei nostri dati, la grinta di solito non è legata o è inversamente legata al talento.
4:51Per ora, la migliore idea che ho sentito su come sviluppare la grinta nei ragazzi è una cosa chiamata "mentalità di crescita". È un'idea sviluppata alla Stanford University da Carol Dweck e riguarda la convinzione che l'abilità di imparare non è fissa, ma che può cambiare con i propri sforzi. La Dott.ssa Dweck ha mostrato che quando i ragazzi leggono e imparano riguardo al cervello, a come cambia e cresce in relazione alle sfide, è più probabile che essi perseverino quando falliscono, perché non credono che il fallimento sia una condizione permanente.
5:27Quindi la mentalità di crescita è una grande idea per sviluppare la grinta. Ma serve qualcosa di più. E su questo punto concluderò le mie osservazioni, perché è il punto in cui siamo adesso. È il lavoro che ci aspetta. Dobbiamo prendere le nostre migliori idee e intuizioni, e metterle alla prova. Dobbiamo misurare se abbiamo avuto successo e dobbiamo essere disposti a fallire, a sbagliare, a cominciare daccapo con le lezioni imparate.
5:54In altre parole, dobbiamo essere grintosi sul fatto di rendere i nostri ragazzi più grintosi.
6:01Grazie."

Il mio augurio per te? Attento ad Abracadabra!

Eccoci qui, nel primo giorno, del primo mese, del nuovo anno. Il giorno dei buoni propositi, dei progetti e del rinnovato entusiasmo.
Intorno a noi l' aria è più... frizzantina. Forse è il freddo, o forse sono le bollicine di ieri sera... ma la mia anima romantica mi impone di pensare che sia la nuova fresca energia con cui abbiamo deciso di andare incontro al nostro futuro. :)
In realtà da ieri ad oggi non è cambiato poi molto, ma lo scoccare dell'ultima mezzanotte dell'anno, ha un fascino speciale.
È come essersi chiusi una porta alle spalle e averne aperta una nuova di fronte a noi. La cosa interessante è che in questo momento di passaggio siamo liberi di portare con noi quello che ci è utile (in termini di relazioni, abitudini, convinzioni, comportamenti) e di lasciarci alle spalle quello che non ci serve più, o che ci rallenta.
Inevitabile dunque in questi giorni di festa fare un bilancio dell' anno appena concluso e della propria vita in generale:

- Cosa funziona?
- Cosa va migliorato?
- Cosa ci ha insegnato ciò che non è andato come avremmo voluto?

Immagino che ognuno di noi abbia un buon elenco di risposte da scrivere. Personalmente mi sto segnando numerosi spunti e mi sono stupita a notare che, i cambi di programma imprevisti durante il cammino, mi hanno fatto ottenere più di quello che avevo pianificato. Non senza essermi rimboccata le maniche e aver avuto il giusto atteggiamento!
Ho letto su Facebook molti commenti a proposito della conclusione del 2014... ho letto cose davvero molto molto belle, di quelle che scaldano il cuore e mettono in moto il cervello alla ricerca dei parallelismi, delle somiglianze e delle differenze con la mia vita (credo per questo che avere fb-amici interessanti sia utile).
E ne ho lette altre meno piacevoli.
Ho anche notato, tra chi ha ugualmente dichiarato di non aver passato un 2014 facile, una sottile ma sostanziale differenza nel modo di descriverlo.
Per alcuni l'anno è stato pessimo, di mer.., da dimenticare, tremendo... per altri è stato sfidante, tosto, difficile, istruttivo.
E probabilmente alcune di queste persone hanno vissuto anche esperienze davvero simili (nel lavoro, in famiglia, con gli amici...)
Per altri ancora l'anno è iniziato un pó in salita, ma poi, proprio grazie ad una situazione difficile che hanno avuto il coraggio di affrontare, si è rivelato essere un anno ricco di successi. E parte di quei successi sono da attribuire al modo in cui le sfide sono state affrontate.

"Le parole sono importanti":
Quante volte lo abbiamo sentito dire?
Le parole che usiamo per descrivere la nostra vita influenzano le nostre sensazioni, i nostri stato d'animo, le nostre scelte. La situazione che raccontiamo rimane invariata, non cambia, ma un vocabolario più costruttivo, ne va a modificare la percezione e quindi la nostra rappresentazione interna, consentendoci di predisporci nel migliore dei modi per affrontarla.
Vi faccio degli esempi.
Se dico:
- "Quella situazione è impossibile"
- "Il progetto che devo presentare mi spaventa a morte"
- "La decisione da prendere è drammatica"
Quali emozioni percepite? Forse che vi sentite con le spalle al muro e che non c'è più tanto che possiate fare in relazione a quella cosa.

Di contro, dire:
- "Quella situazione richiede grande attenzione"
- "Il progetto che devo presentare è veramente impegnativo, avrò bisogno di tutte le mie risorse"
- "La decisione da prendere è della massima importanza, è necessaria la giusta analisi"
Sentite come cambiano le emozioni legate alla medesima cosa? La difficoltà oggettiva esiste ancora, ma ora mi concentro sugli aspetti che dipendono da me per modificarla e sull' analisi delle possibili soluzioni.

Le parole hanno un potere magico: attraverso di loro possiamo creare amore, allegria, gioia e felicità oppure rabbia, dolore, tristezza.
L'altro giorno ho letto il significato della parola "Abracadabra". Pensavo fosse un termine inventato, invece deriva dall' aramaico avrah kadavra e vuol dire " io creo come parlo".
Quindi il mio augurio per voi è quello di vivere l'anno che desiderate vivere a partire dai vostri pensieri e dalla vostra bocca, con consapevolezza.
Sentitevi Speciali, Importanti, Magici.
Scegliete le parole giuste per descrivere la vostra vita, le vostre storie, i ricordi, le sfide, gli obiettivi e circondatevi di "persone magiche" che vi ricordino di farlo.

Con affetto,
Giulia

Zia e Nipote

Come faccio a non emozionarmi con una foto così?
La zia che mi tocca la mano dallo schermo della tv, mentre mi guarda giocare a Beach Volley dall'altra parte del mondo!
Da un divano degli USA all'Italia... in un istante. 

Grazie! Ti voglio bene!

Lo Sport è incontro

Uno degli aspetti che ho sempre amato dello sport è che, nel tuo cammino, ti permette di incontrare persone straordinarie.
Di quelle di cui sai, fin dal primo momento, che non farai più a meno.
E quando hai la possibilità di condividere qualche ora insieme a loro, è Pura Felicità! :)

Sono state giornate bellissime, tra famiglia, amici, ospiti, Beach Volley, abbracci e tante, tantissime risate!
Grazie Luci e grazie a tutti voi che avete contribuito a renderle Speciali!
#Gratitude #BeachVolleyballLovers #CinquePartiteInUnGiorno #MenoMaleCheEravamoInVacanza #DueGiorniCheCiSonoSembratiUnaSettimana #PrendiPureUnIntegratore #AmicheSempre #AlleCheFaLaTelecronacaConLaCri #CheFigataLaVita

Grazie 2014!

2014 Grazie per gli Abbracci, le Vittorie, le Condivisioni, le Sfide, i Traguardi e le Esperienze. 
Per i Cambiamenti, le Decisioni, la Forza di Volontà, i Viaggi, la Pazienza, gli Errori, le Scoperte.
Grazie per le splendide Compagne di Avventura che mi hai dato lungo il percorso, perché per ognuna di loro ho cercato di essere il meglio di me e da ognuna di loro ho potuto imparare qualcosa di unico e importante. E, soprattutto, senza di loro non avrei realizzato nemmeno un punto di questa lunga partita. 
Giulia Toti, Lucia Bacchi, Laura Giombini: grazie! 

“Non permettere mai a nessuno di dirti che non sai fare qualcosa. Neanche a me, ok?Se hai un sogno tu lo devi proteggere!Quando le persone non sanno fare qualcosa lo dicono a te che non la sai fare.Se vuoi qualcosa vai e inseguila. Punto!”

E ora... Benvenuto 2015! :)

#BuonBeachVolleyATutti #IlMeglioDeveAncoraVenire

Il cuore ti suggerisce sempre cosa fare

Sono a Crespano per le feste ed è tempo di tornare a Roma.
Preparo le mie cose, svuoto la stanza e mi soffermo sui quadretti che mamma ha regalato ad ognuno di noi al momento delle rispettive lauree: è la pagina di quaderno del nostro primo giorno di scuola.
Un pensiero tipico della sua dolcezza.
Carichiamo le cose in macchina e salutiamo tutti. Ci accompagnano al cancello e sventolano la mano fino a che spariamo dalla loro visuale. Come sempre.

E poi boh... Marco mi guarda singhiozzare, comprende i miei pensieri senza che io dica una parola, e mi dice: "Dai torniamo indietro e ripartiamo domani!".
Così, dopo 3 km, giriamo la macchina... e torniamo a Casa.

#CapodannoConMammaPapàENonna

Come Stelline

Le persone realmente importanti nella nostra vita probabilmente arrivano ad essere una manciata.
Sono quelle da cui torniamo, per cui partiamo, quelle che ci fanno sentire al sicuro e di cui ci preoccupiamo.
Sono quelle alle quali mostriamo le parti peggiori e migliori di noi stessi e che, a prescindere da questo, hanno scelto di offrirci il loro Amore.

Poi ci sono gli Auguri di Natale.

Fatti di telefonate, sms, mail, messaggi su fb e whatsupp. 
Di tutti quei "contatti" che non possiamo vedere e avere fisicamente vicino in questo giorno di festa, o che non fanno parte della nostra cerchia più stretta, ma che ci riservano un momento del loro tempo.
Leggi il nome, gli dai un volto, lo colleghi alle esperienze condivise insieme e alla porzione di cuore che hai riservato loro.
Arrivano, come Stelline che si accendono nel buio. 
Ogni volta che leggo un messaggio di una persona che cerca proprio me per lasciarmi il suo Buon Natale, sorrido di Gratitudine e penso a tutti i piacevoli ricordi che mi legano a lei. 
Ogni volta che scrivo un messaggio ad una persona che cerco per lasciarle il mio Buon Natale, sorrido di Gioia inviandole il mio Amore.
E le Stelline crescono... un pó qua, un pó la... fanno Luce... e contribuiscono a creare la Magia di queste Notti Sante.

#SpreadLove #BuonNatale

La mia Africa: quando viaggi, i tuoi Sensi partono con te?

South Africa, dicembre 2014

Quando viaggi ti rendi conto che siamo contornati da tanti oggetti superflui.
Io per prima, con questo valigione che, se non avesse racchiuso materiale per la settimana del torneo, sarebbe stato decisamente più leggero.
Quando viaggi puoi fare a meno di tantissime cose.
Sembra assurdo perché prima di partire pensi a tutto quello che ti sarebbe utile portare per affrontare ogni situazione nel comfort.
In realtà, quanto indossi un cambio pulito e hai qualcosa per lavarti e per coprirti... sei a posto.

Quando viaggi ciò che è davvero indispensabile portare con te sono i tuoi 5 sensi.
Non quelli che ognuno di noi ha in dotazione e che spesso ci portiamo addosso senza pensare, ma quelli che si accendono grazie alla nostra consapevolezza

- per Vedere oltre le apparenze e fotografare con gli occhi della mente le meraviglie su cui si posano
- per Ascoltare il diverso ritmo della vita dei vari luoghi che incontri
- per Sentire le emozioni, toccare la diversità, esplorare, conoscere, vibrare
- per Assaggiare nuovi Sapori, stupirsi con Gusti sconosciuti
- per Respirare Odori e Profumi fino a saziarsi...

In questi giorni ho visto due oceani, 14 spiagge, 7 fari, la foresta pluviale, svariati fiumi, la savana, il lusso, la miseria delle township. Ho visto chi ha tutto e chi non possiede nulla.
Ho conosciuto bianchi, neri, coloured.
Ho passeggiato mano nella proboscide con un Elefante di 19 anni chiamato Marula, sentendo il suo umido e tiepido respiro, accarezzando la sua pelle spessa e rugosa e scoprendo da dove sgorgano le sue lacrime quando è triste o sta male. E mi è stato insegnato che sono animali così empatici che soffrono quando qualcuno del gruppo è ferito, o triste o soffre o muore.
Ho ascoltato cantare una miriade di uccelli, che ogni mattina ci svegliavano all'alba, apprezzato le loro specie variopinte e il loro diverso modo di volare; ho sorriso vedendo litigare e giocare le scimmie e ho prestato attenzione ai loro dispetti affinchè non ci rubassero occhiali da sole e cappelli!
Ho guardato per ore le onde dell'Oceano perdendomi tra i suoi colori, e preso energia dalla forza del Vento.
Ho ascoltato respirare un ghepardo tramite il contatto delle nostre calde pelli, mi sono lasciata congelare dalla sua velocità e prontezza di riflessi, emozionare dalla profondità del suo sguardo, ipnotizzare dalla perfezione della sua pelliccia maculata... e mi sono resa conto di quanto sia impossibile imitare tanta naturale e viva bellezza.
Ho camminato nel punto più a Sud del continente africano e guardando verso l'orizzonte, sostenuta dal vento di una altezza vertiginosa, ho pensato: "Da qui in poi solo acqua e ghiaccio" e la sensazione di impotenza nei confronti della Natura è stata indescrivibile. Mi sono sentita minuscola al suo cospetto e completamente trascinata e avvolta dal suo Potere e dalla sua Perfezione.

Ho conosciuto il rispetto che la gente locale ha per la sua terra, i suoi animali, i suoi fiori e frutti. Mi sono nutrita dei tanti caldi sorrisi, della gentilezza, la disponibilità, la cura dei dettagli.
Ho goduto di quei tratti percorsi in automobile, seppur lunghi, dove non c'è Niente... solo km e km di strada a interrompere il silenzio del panorama mozzafiato. Ho apprezzato la loro abitudine di farsi da parte nella carreggiata per lasciarti superare, gesto che va ringraziato con le 4 frecce e a cui si risponde "Prego" con i fari.



Mi sono lanciata dall'altezza di 30 metri tra alberi Outeniqua Yellowood con delle carrucole, ho scoperto la foresta pluviale da una prospettiva più...alta e conosciuto la saggezza di creature di 600 anni (uno ne aveva addirittura 1000), tornando con la mente a quando ero bambina e adoravo arrampicarmi sugli alberi. 600, 1000 anni...E sono ancora lì, alti, bellissimi, sani, protetti, curati, rispettati. E hanno una tale energia da farti venire le vertigini. La cosa più sconvolgente è che loro radici sono radicate a terra con una profondità di soli 40 cm e che per sostenersi, questi alberi espandono le loro radici in larghezza intrecciandole con quelle degli alberi vicini: ho trovato meravigliosa l'interdipendenza alla base della vita di questa foresta.
Ho vissuto ogni incredibile e unica esperienza di questa settimana africana.

E il mio cuore ha fotografato così tante varietà di emozioni che non posso descriverle.
Ma una cosa è certa.
Ho viaggiato davvero.
Ho usato i miei sensi in modo consapevole.

"....il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: "non c'è altro da vedere", sapeva che non era vero. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l'ombra che non c'era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. sempre. Il viaggiatore ritorna subito." Josè Saramago

A spasso con un ghepardo

Oggi ho vissuto una esperienza davvero emozionante.
Ho conosciuto Thandi (che significa Love) e suo fratello gemello Shaka (King dello Zulú): due ghepardi di 6 anni, meravigliosi.
Questi due fratelli vivono insieme ad altri animali, in una riserva che si prende cura di creature ferite e orfane.
Qui vengono riabilitate per essere eventualmente riportate alla vita selvaggia.
La sua passeggiata del pomeriggio, Shaka, l'ha fatta con noi. :)

#Gratitude #IlFelinoPiúVeloce DelMondoCamminavaConMe

L'amore... come l'Oceano

Tu dormi sereno e io mi siedo alla finestra a leggere a lume di candela.
È una finestra grande, di quelle che di giorno illuminano tutto e da cui entra ogni centimetro di panorama. Ora è buio, ma il faro di Cape Agulhas, a ritmo, compie il suo dovere... aiutato da un perfetto cielo stellato.
Osservo l'Oceano fare rumore. La sua presenza invade la camera e non siamo più soli.
In questi giorni ho passato molto tempo, da diversi luoghi, a contemplarne l'immensità e l'energia.
È incredibile l'emozione che sento quando le onde esplodono sugli scogli. Respiro quelle combinazioni di colori... e sono felice!

L'oceano è forte, e incessantemente potente. A volte furioso, a volte dolcissimo. Pericoloso se non ti ci sai rapportare, ma quanto ti nutre quando lo rispetti?

Come l'Amore.

Al suo cospetto ci si sente piccoli, ma privilegiati per la tanta Bellezza che regala.

Carlotta.

Te ne stavi lì sulla tua sedia, qualche fila dietro di me, con lo sguardo attento e un po triste, seduta con le ginocchia al petto come a dire "Lasciatemi con me, devo aggiustare un po di cose".
Cammuffata con i tuoi pantaloni neri sportivi, una felpa e un paio di scarpe da ginnastica bianche, nel tentativo di mascherare la tua bellezza.
Ti ho notata perché quel bel viso era tremendamente malinconico e in cerca di risposte.
Poi "succede" che tra 150 persone viene estratta la tua pallina e vinci il gioco del Timone. Sali sul palco, è il Tuo Momento:
"...sono un ragazzo fortunato perché mi hanno regalato un sogno... sono fortunato perché non c'è niente che ho bisogno..."
Lì, ho gioito per te per la prima volta, da compagna di squadra. Non sapendo che da quel momento in poi non avrei mai smesso.
Mi dicesti: "L' ho voluto fortemente!"
Così, nel successivo timone, invece di avere "paura di vincere" l'ho desiderato anche io, e ci credevo così tanto... che ho vinto.
2/2 per il Team 1: la nostra prima piccola conquista in comune, il primo insegnamento.
Ognuna di noi ha fatto il suo percorso Excellence, ma ti tenevo d'occhio e ti inviavo amore, pensando: "Chissà se ha trovato ciò che sta cercando".
Poi da lì, un po per caso, un po perché forse eravamo destinate ad amarci, abbiamo fatto tutto il Master in Coaching insieme, ritrovandoci corso dopo corso e incontrando un'altra persona speciale, Paola Roverio. Che Trio ragazzi: quante risate, quante conquiste!
Siamo cresciute insieme... e ci siamo prese cura l'una dell' altra.
Tu che dicevi che non vincevi mai.
Tu che prima stavi sempre nella camera singola.
Tu che ti spruzzavi in faccia una cosa strana prima di dormire, che a noi faceva un sacco ridere.
Tu che mi hai insegnato a sentire l'energia e che mi volevi sempre coccolare.
Tu che parli con gli occhi.
Tu, Fiore Sbocciato.
Oggi sono qui in aula, ad assistere chi come noi era seduto su quelle sedie, carico di aspettative, di traguardi, di confusione, di sogni, spesso di un dolore da comprendere.
Chissà quante meravigliose storie nasceranno da questo corso, in questo corso.
Chissà se altri avranno la fortuna che ho avuto io.
Di incontrare un' Amica per la vita. 
#DueAnniDiNoi #TiAmo

Quanto conosci te stesso?

Adoro partire verso ignoti attimi di Vita e godere di ogni Nuova Esperienza.
E sono tremendamente Felice della possibilità di viaggiare e di scoprire che mi sono creata negli anni, grazie allo Sport.
Il Viaggio è sempre stato una costante nella mia vita,
MA
il vero Cambiamento in me è potuto iniziare solo quando ho cominciato il Viaggio Interiore.
Occorre voler Crescere, Evolversi, aver chiaro il Significato della vita.
Occorre avere il desiderio di lavorare su sé stessi, di conoscersi in profondità.
Spesso diamo per scontato di sapere come siamo... certo, chi meglio di noi lo potrebbe sapere?! Forse ci abbiamo provato tante volte, ponendoci una infinità di domande.... e di certo ci siamo "percepiti", ma quanto siamo soddisfatti di queste risposte?
Avete mai riflettuto su quali siano le forze cardine che ci spingono a fare quello che facciamo?
Avete mai stilato una lista dei vostri valori, delle vostre priorità.. per capire realmente cosa ci spinge ad agire come agiamo?
Sapete riconoscere quali sono le convinzioni che vi trascinano verso il successo e quelle invece che vi sabotano?
Avete chiaro da dove derivano i vostri conflitti interiori e le vostre frustrazioni?
E ancora: sapete come e perché avete raggiunto quell'obiettivo molto importante per voi?
Se non vi siete ancora posti queste domande o se faticate a trovarne le risposte, significa che avete ancora tanto, tantissimo margine di miglioramento e di successo.
E questa è una cosa buona!
Ci sono davvero tantissimi libri che trattano questi argomenti, corsi di formazione che possono farvi spiccare il volo qualsiasi sia l'attività che occupa le vostre giornate (lavoro, sport, fare la mamma...) e lavori personalizzati e specifici su come realizzare i vostri obiettivi/desideri.
Per un consiglio, una curiosità, una chiaccherata, potete contattarmi via mail e sarò felice di rispondervi:
g.momoli@ekis.it

Sacrificarsi per qualcosa significa...

Vincere è sempre una bella emozione.
Mai scontata. Ogni volta nuova.
E oggi, mentre l'inno di Mameli suonava per noi, pensavo a quanto ancora mi insegni lo Sport.
Sognare è davvero importante, definire dei Traguardi e' fondamentale e usare le giuste parole per raggiungere i tuoi Obiettivi, indispensabile.
Ma ciò che davvero conta è avere il Coraggio di prendere delle Decisioni e Agire.
Devi muoverti verso ciò che desideri, per ottenerlo.
Sacrificando tempo, denaro, possibilità, facendo fatica, organizzandoti.
Soprattutto quando le Condizioni non sono ideali e tu, scegli di costruirtele. Con Fiducia.
Così facendo, un passo alla volta, trovi il modo di Dare il Meglio di Te.
Sacrificare significa "Rendere Sacro".
Io credo che noi due abbiamo dimostrato in più occasioni quanto Amiamo questo Gioco e quanto siamo disposte a rendere sacra la nostra Passione.
E questo mi fa stare un sacco Bene.