Ciao ragazzi, bentornati su
CrossOver!
L’ospite di oggi, oltre ad
essere un amico, un mio punto di riferimento in ambito di crescita personale e
colui che ha associato il suo brand alla mia immagine, è anche e soprattutto un
“guru” in materia di finanza. Oggi “parliamo di soldi” e di come il loro ruolo,
così trasversale in ogni disciplina sportiva, possa fare l differenza nella
qualità della vita professionale di un atleta.
Vi siete mai chiesti come gli
atleti possano:
- ottenere il massimo dal proprio
guadagno?
- formarsi per imparare a
gestirlo autonomamente?
- rendersi interessanti per
richiamare dei partner commerciali?
A questa e a molte altre
curiosità avrete presto risposta. Ladies and Gentleman (come ama dire “lui”)...
Roberto Pesce!
Come si sono incontrati beach volley e
intelligenza finanziaria?
Come in tante cose della vita
che diventano interessanti e importanti: un po’ per caso! Tempo fa una certa
Giulia Momoli ha partecipato come allieva ad alcuni corsi di coaching
motivazionale in cui ero impegnato, non è che per caso la conosci? Prima di ciò
naturalmente lo conoscevo come sport e avevo seguito in passato alcuni
risultati interessanti delle ragazze italiane alle Olimpiadi ma non mi ci ero
mai realmente appassionato o avvicinato, più che altro perché le cose
interessanti da approfondire sarebbero tante ma occorre fare delle scelte.
Conoscendoti e potendolo vedere da vicino attraverso la tua esperienza e quella
delle tue compagne di nazionale ha iniziato ad affascinarmi.
Parlaci brevemente della tua attività
professionale, di cosa ti occupi esattamente e come hai maturato la tua
esperienza "sul campo".
Lavoro nella formazione fin dal
1989, prima nell'area dell'apprendimento intensivo, quindi in quella della
formazione motivazionale, coaching e team building per finire infine in quella
finanziaria. Quest'ultima ho iniziato a investigarla a metà degli anni 90 più
che altro per mia ricerca personale, lavoravo e guadagnavo ma mi rendevo conto
che continuare ad inseguire degli incassi per stare dietro ai costi della vita
non era una strategia soddisfacente sul lungo termine ... così ho iniziato
soprattutto negli USA a studiare psicologia del denaro, investimenti personali,
trading online ed altri argomenti correlati ed è stata una folgorazione! Da lì
a qualche anno iniziare ad insegnare agli altri quello che stava producendo
risultati sulla mia vita è stato un passo naturale, prima con amici e
collaboratori poi organizzando dei corsi veri e propri aperti a chiunque avesse
desiderio di parteciparvi. Attualmente questa è l'area professionale in cui
sono più impegnato con diverse cose molto interessanti sviluppate anche grazie
al mio team: intelligenza finanziaria, gestione personale dei propri
investimenti, trading manuale su azioni e ETF, trading automatizzato sul forex
etc.... non ti vorrei annoiare però con troppi tecnicismi!! Considera che la
mia attività professionale è integralmente descritta sul mio portale
www.robertopesce.com su cui abbiamo a disposizione anche tantissimo materiale
gratuito per chi desidera iniziare ad informarsi su questo mondo
interessantissimo e, per tanti versi, determinante se si desidera sfuggire alla
schiavitù del ciclo lavoro-guadagno-tasse-spese che, senza che ce ne si renda
conto, ci porta via fette importanti di vita spesso senza via d'uscita. In due
parole il mio lavoro consiste nell’aiutare le persone a migliorare la qualità
della propria vita attraverso una migliore gestione di quello strumento così
importante che è il denaro.
Da esperto di gestione finanziaria, quali potrebbero essere secondo te le linee
guida che un atleta in carriera dovrebbe seguire per... (risparmiare,
proteggere, incrementare il proprio denaro,...)?
Gli atleti in carriera sono tra
le persone che avrebbero maggiore bisogno di questo tipo di formazione e
impostazione finanziaria!
Abbiamo due tipi di atleti
impegnati nella propria attività: coloro che ottengono successo anche economico
(una ristretta minoranza) e coloro che si dedicano più che altro per passione
in quanto il loro livello non fornisce grandi ritorni oppure perchè appartengono
a sport cosiddetti "poveri".
Nel secondo caso è evidente la
necessità di incrementare le loro entrate con forme di guadagno il più
possibile "passive" ossia che non richiedano grandi dispendi di
tempo, per entrambi esiste però l'obbligo di pensare anche al "dopo",
cosa che non tutti fanno soprattutto tra coloro che hanno successo ma che dopo
10-15 anni di carriera ed entrate ad alto livello si trovano poi spiazzati al
ritorno nel mondo "normale" che non li accoglie a braccia aperte come
degli eroi pronti a ricompensarli ma, anzi, richiede tutta una serie di abilità
e competenze profondamente diverse da quelle sviluppate nello sport. Ecco
quindi le classiche storie degli ex atleti di livello altissimo che dopo già
pochi anni si trovano a dover accettare lavori umilianti o a svendere i propri
beni in quanto non capaci di gestirsi finanziariamente in assenza delle entrate
importanti a cui erano abituati.
Per rispondere alla tua domanda
ti direi quindi che un atleta in carriera dovrebbe:
- iniziare a
comprendere le semplici ma fondamentali linee guida di una sana gestione
finanziaria personale, da applicare per tutta la propria vita indipendentemente
dai livelli di guadagno. Per capirci, già solo la partecipazione al mio corso
"Intelligenza Finanziaria" (che dura due sole giornate ed è
semi-gratuito) gli permetterebbe di fare un gigantesco salto di qualità in
quest'ambito ... a proposito, tu Giulia quando pensi di venire a partecipare?
^_^
- Dovrebbe inoltre acquisire
almeno una base di comprensione dell'arena degli investimenti per non rischiare
di affidare i propri risparmi al primo consulente sprovveduto di turno che
invece di fargli monetizzare e moltiplicare il risparmio glielo lascia a
languire con rendimenti inferiori all'inflazione per non dire in perdita in
molti casi. Considera che gestendosi saggiamente non è così complicato far
rendere il proprio risparmio al 10% annuo o anche con ritorni superiori.
- Infine, dovrebbe
impegnarsi per chiudere sempre i propri bilanci in "attivo" tra
entrate e uscite in maniera da costruire un po’ alla volta la propria solidità
finanziaria tramite quella che io chiamo la "Fabbrica della
Ricchezza" che diventerà la loro risorsa più preziosa una volta terminata
la carriera. Prova un po’ a fare due conti in tasca ad un ipotetico atleta di
medio-alto livello che guadagna diciamo 100.000 € all'anno, si gestisce con
precisione e riesce a risparmiare ed investire ogni anno per 10 anni di fila il
30% delle sue entrate ossia 30.000 € all'anno (2.500 € al mese):
·
se li facesse
investire al 2% medio annuo dal tipico consulente bancario si troverebbe dopo
10 anni un capitale pari a circa 335.000 €, in parole povere il suo denaro non
lo avrebbe difeso nemmeno dal potere erosivo dell'inflazione ma quantomeno
avrebbe da parte un "tesoretto"
·
se invece fosse in
grado di farlo rendere almeno al 6% annuo utilizzando strategie anche
abbastanza banali ma senza regalare denaro alle banche con costi e commissioni
frutto di prodotti finanziari scadenti, dopo 10 anni il capitale a sua
disposizione sarebbe pari a oltre 419.000 €, già un pò meglio ...
·
le cose si farebbero
però veramente interessanti se si fosse dedicato un pò di più a capire come
farli rendere al meglio, diciamo senza esagerare al 12% medio annuo ... dopo 10
anni il capitale a sua disposizione sarebbe pari a quasi 590.000 € e, se non
risparmiasse più niente da lì in avanti ma continuasse ad ottenere gli stessi
rendimenti, questo capitale potrebbe dargli una rendita semi passiva pari a
oltre 70.000 € annui ossia quasi quanto guadagnava attivamente durante i suoi
10 anni di profitto sportivo! E' chiaro che questo è solo un esempio ipotetico
ma riesci a vedere il cambio di prospettiva di vita per il nostro atleta?
E quali sono le problematiche tipiche in
cui un atleta potrebbe intercorrere durante e soprattutto alla fine della
propria carriera?
In parte direi ne abbiamo già
parlato, la cosa più complessa per un'atleta a fine carriera è perdere tutto il
mondo di certezze economiche ma anche emotive con cui ha vissuto fin lì per
ritrovarsi a dover ripartire da zero, sicuramente con entrate minori delle
precedenti ma, spesso, con lo stesso regime di spese generato dalle abitudini
di vita che lo caratterizzano. Onestamente non è semplice e anche chi non ha
sperperato tutto durante gli anni della carriera (cosa che tristemente fanno in
tanti) si ritrova poi magari con un capitale significativo a sua disposizione
ma di cui poi non sa che farsene e spesso sentiamo storie di ex-campioni che
naufragano miseramente nel tentativo di mettere su attività imprenditoriali di
vario genere che possono spaziare dal commercio al dettaglio alla ristorazione
ad attività industriali vere e proprie magari nel campo della moda in cui
pensano di poter avere dei vantaggi sfruttando la propria immagine. Il primo
esempio che mi viene in mente è quello recente degli ex calciatori Vieri e
Brocchi ed il loro fallimento da oltre 14 milioni di euro di passivo con il loro
marchio di moda casual "Baci & Abbracci". Spesso queste tristi
storie hanno come protagonisti anche soci truffaldini o l'affidarsi nelle mani
di sedicenti esperti del settore business malamente selezionati. D'altra parte
c'è invece anche chi si organizza per tempo e inizia a monetizzare il proprio
nome, la propria immagine ed il proprio risparmio già durante gli anni della
carriera costruendosi un po’ alla volta una rete di competenze e relazioni che
gli renderanno in futuro decisamente più semplice la transizione tra la
carriera sportiva ed il resto della loro vita che, tra l'altro, sarà in
proporzione molto più lunga. Anche qua, per fare alcuni esempi di nomi di
atleti di primissimo livello ti citerei personaggi come Francesca Piccinini nel
volley, Clarence Seedorf nel calcio o Federica Pellegrini nel nuoto che mi
sembra si siano mossi o si stiano muovendo in questo senso molto bene e con i
tempi giusti. Ai livelli più alti mi vengono in mente personaggi come Roger
Federer o alcune star del basket americano come Lebron James e Kobe Bryant o,
andando indietro nel tempo, Magic Johnson e Michael Jordan che si sono da
sempre gestiti come un'azienda vera e propria e, terminando le rispettive
carriere, tutto hanno avuto tranne che problemi di denaro o di inventarsi una
nuova identità professionale. Ti direi che una delle costanti di tutte queste
persone citate è la gradualità con cui hanno iniziato a pensare al
"dopo" e ad interessarsi al business e a come investire il proprio
denaro. In quest'ultimo anno ho avuto alcuni sportivi di livello ai miei corsi
come Michele Maggioli (basket) e Raffa Calloni (volley) proprio alla ricerca di
questo tipo di competenze e motivati a sviluppare forme di reddito passivo
completamente sganciate dalla loro professione.
Senti, ma non sono argomenti complicati per
un’atleta che non ha conoscenze di economia o di finanza? Mi sembra un mondo
così distante …
E invece non è così, è un luogo
comune quello di credere la finanza ed il denaro come discipline
particolarmente complicate, luogo comune che peraltro fa molto comodo a chi preferisce
che le persone lavorino tutta la vita per pochi spiccioli senza possibilità di
uscire da quel circolo vizioso che Robert Kiyosaki (autore del bestseller
“Padre Ricco Padre Povero”, ndR) correttamente chiama “La corsa del topo”. In
realtà penso che gli schemi di angoli, posizioni e le attitudini fisiche che
voi atleti del beach volley riuscite a padroneggiare siano tutte cose molto più
complesse da acquisire. La mia soddisfazione professionale è proprio quella di
trasformare un mondo apparentemente impenetrabile ai più in una serie di
concetti invece immediatamente comprensibili e, soprattutto, concretamente
applicabili. L’effetto che si genera nei partecipanti ai corsi di Intelligenza
Finanziaria che si rendono conto che “ce la possono fare” è esaltante e molto
motivante e, devo confessarti, per me estremamente gratificante.
Cambiando argomento, come consiglieresti di
procedere ad un atleta in cerca di sponsor per la propria attività?
Di appoggiarsi ad un agente
abile in tal senso oppure, se desiderano gestire questo aspetto in prima
persona, di farlo pensando a cosa possono "dare" al potenziale
sponsor e non come fanno sempre semplicemente a cosa possono
"prendere" dallo stesso. In questo senso dovrebbero sviluppare un pò
dell'istinto dei bravi venditori che non si limitano a presentare la propria
offerta ("Posso mettere il tuo logo sulla maglia, sulla fascetta
etc") ma la dettagliano in termini di beneficio per il loro cliente. Se io
fossi un'atleta in cerca di sponsor mi preparerei uno "speech" ad hoc
e magari anche del materiale visivo (foto, testimonianze di sponsor precedenti
etc.) che illustri nella maniera più ampia ed estensiva possibile non solo in
quante forme diverse potrei mostrare il brand dello sponsor ma anche e
soprattutto l'elenco delle ricadute positive che queste attività potrebbero
avere per lo sponsor stesso in termini di fidelizzazione e prestigio della loro
immagine, aumento di visibilità e notorietà (meglio si riesce a quantificarla e
meglio è!), ricadute sul fatturato etc. Prova a pensare di presentarti al tuo
candidato sponsor con un book di foto in cui con un semplice programmino hai
magari già messo la tua immagine sul campo da beach, i cartelloni alle spalle
etc. assieme al brand dello sponsor, non pensi farebbe più effetto che non
semplicemente raccontargli magari in maniera dimessa cosa e dove potresti
mettere il suo brand? In altre parole, devi entusiasmarlo, fargli vivere
l'esperienza e, se possibile, portargli testimonianze scritte di ex sponsor
soddisfatti dell'operazione. .. ti sto parlando di una "vendita" a
tutti gli effetti ;-)
Secondo te cosa cerca uno sponsor da una
partnership commerciale con un atleta e come possiamo noi atleti renderci
appetibili (in termini di visibilità risultati prospettiva serietà
organizzazione...)
Ti direi che così come c'è
atleta ed atleta c'è anche sponsor e sponsor.
Ad alti livelli si cerca
soprattutto un ritorno di immagine ottenibile abbinando il proprio brand
all'immagine di un'atleta che sia ovviamente vincente ma soprattutto una figura
in grado di porsi in linea con le caratteristiche del marchio e dell'azienda
sponsor. In questo senso c'è chi si vuol dare un'immagine improntata alla
potenza o all'aggressività chi invece alla dolcezza o alla seduzione, dipende
...
A livelli più bassi più che il
"brand" si cerca invece soprattutto visibilità pratica e concreta, il
piccolo imprenditore vorrebbe almeno andare in pari con il proprio investimento
come sponsor considerando in questo anche il beneficio della detrazione
fiscale. Quali manifestazioni sportive vedranno quindi l'atleta protagonista e,
durante le stesse, cosa può essere organizzato per far sì che lo sponsor
ottenga non solo l'esposizione di un cartello a bordo campo ma magari anche la
generazione di contatti commerciali veri e propri?
In entrambi i casi poi la
serietà e l'immagine positiva dell'atleta come persona impegnata, moralmente di
esempio agli altri, grintosa, energica, onesta etc. sono caratteristiche
fondamentali. Tu Giulia sei sicuramente un buon esempio in questo senso anche
con il lavoro personale di comunicazione che fai attraverso i social media.
Concludendo: cosa ha portato un uomo
d'affari impegnato come te ad avvicinarsi ad uno sport come il beach volley?
L'attrazione verso Giulia Momoli
ovviamente ^_^ !! Dai perdona la battuta ... penso che il beach sia uno sport
dinamico, solare, molto più complesso di quanto possa sembrare di primo acchito
ma anche vissuto con grande passione da chi lo pratica, la stessa passione che
il mio Team ed io mettiamo nel nostro lavoro. Poi, vedere il nostro brand nelle
arene del World Tour è stato sicuramente una bella soddisfazione anche grazie
agli ottimi risultati che tu e Laura Giombini avete ottenuto negli ultimi
tornei della stagione. Ora però che la stagione è terminata vi aspetto tra i
miei allievi, ok?
Grazie mille Roberto per la tua
competenza e chiarezza.
Invito caldamente i nostri lettori a consultare il tuo
sito www.robertopesce.com per avere informazioni ancora più specifiche.
Nessun commento:
Posta un commento