Perché dentro quel rettangolo di #gioco non puoi permetterti di avere scuse, non puoi nasconderti, non hai il tempo di crearti degli alibi.
L'avversario studia ogni tua mossa, ogni tua espressione... E gioca contro di te, sui tuoi punti critici. Se manifesti una debolezza ti punta, e non ti molla fino alla fine della partita.
Devi essere più forte del caldo cocente, più costante della pioggia battente, più solido dei tuoi problemi fisici.
È necessario andare oltre i timori, alzare l'asticella dei tuoi limiti, sopportare le frustrazioni.
E più sei in difficoltà, più vuoi trovare soluzioni per reagire. In fretta. Altrimenti la partita ti scivola tra le dita, lasciandoti incolmabile amarezza.
Non c'è un allenatore a dirti cosa fare in ogni momento, non ci sono compagne fuori a poterti sostituire, a lasciare che tu riprenda fiato.
Impari ad essere determinato, a soffrire senza disperare, a mettere aggressività in OGNI pallone.
Giochi per vincere ogni azione come se fosse l'ultima.
La tua squadra in quel momento è costituita da due persone: tu, e la tua compagna.
Si vince e si perde insieme, sempre.
Ma non puoi appoggiarti a lei, devi chiedere il massimo a te stessa senza sosta, guardare avanti, lottare.
Con intelligenza.
Concentrazione.
Sapendo che ogni errore è un regalo all'avversario, è una boccata di ossigeno, è un respiro che diventa vitale per lui e letale per te.
Non c'è una strada facile, non c'è un segreto, non ci si abitua mai a quella fatica.
Al contrario, bisogna imparare a sentirsi comodi nel disagio.
E proprio quel disagio e quelle sfide sono il terreno in cui prolifera la tua crescita.
Andando avanti senza sosta sviluppi la flessibilità, costruisci quella "fame" che ti spinge oltre ogni meta.
Ti alleni duramente, a testa bassa, fino a che non trovi dentro di te l'orgoglio che ti aiuta a fare lo step successivo, fino a che non comprendi che tua e solo tua è la responsabilità.
Così cresci, così evolvi.
Così vinci.
Come atleta, come donna, come squadra.
#Ekis #Coaching
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