Benvenuta figlia mia

All'ospedale avrei voluto partorire in acqua, per rendere tutto più dolce e calmo.
Avrei voluto mettere la musica e usare le parole chiave che avevamo deciso affinché Gianluca potesse aiutarmi nei momenti difficili.
Avrei voluto avere con me il mio rosario.
Avrei gradito della buonissima lavanda che avevo messo nel beauty per darmi sollievo.
Mi hanno riempito la vasca e non l'ho nemmeno usata.
Ho passato la maggior parte del tempo del periodo preparatorio in bagno, seduta sulla tazza, aggrappata alla sbarra.
Niente musica, solo silenzio e i miei lamenti.
Il rosario al momento di entrare non lo abbiamo trovato.
Lavanda, idem.
Un Gianluca fantastico, un'ostetrica che si è rivelata essere la voce guida a cui mi sono affidata quando dal limbo del dolore sembravo non poter più riemergere.
Gli occhi chiusi, i pensieri disordinati che mi traghettavano lontano.
Poche conversazioni, tante preghiere, domande, incitamento al mio bambino e qualche espressione colorita.
Mi sono persa, non so dove, in quale luogo.
So solo che faceva male.
Un male nuovo, diverso ogni santa volta, senza regole, nè soluzioni, ma con un motivo che non smettevo mai di ricordare.
So solo che le braccia di tuo padre mi sostenevano, che sempre tuo padre mi dava da bere, mi asciugava il volto madido di sudore, mi diceva "brava" continuamente.
Anche se io brava non mi ci sentivo.
Poi quando tutto sembrava non poter trovare una fine: una cascata calda, uno svuotamento repentino.
Una luce.
Tutti urlavano "Ecco il tuo bambino, apri gli occhi! Guarda! Auguri!"
"Vediamo se è maschio o femmina: è femmina!"
E all'improvviso mi vieni consegnata TU tra le braccia.
Scivolosa, viola, tiepida, stanca di viaggio, sporca di sangue.
Buona, con gli occhi aperti.
Con quel cordone ombelicale che mi è sembrato subito la cosa più vicina al mondo ad una bacchetta magica.
Uno starnuto, due starnuti, tre starnuti di benvenuto.
Io che chiedo a ripetizione "Sta bene? Sta bene? È tutto ok?"
Poi hai piantato i tuoi occhi curiosi su quelli di papà.
E a tale spettacolo sono rimasta incredula e marchiata per la vita.
Sei Petra: solida, vera, gentile, forte, a contatto con la Terra.
Sei fondamento, sei uno spirito impegnato a farsi realtà.
Sei Luna: l'astro luminoso che mi ha fatto innamorare di tuo padre, la connessione con il Cielo e con la tua divinità femminile.
Sei Tescione: l'uomo che mi permette di vivere il sogno d'Amore più bello di una favola.
19 dicembre 2017, ore 2.25: benvenuta qui sulla terra,
Petra Luna Tescione.
Ps: grazie a tutti, siete linfa.


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