L'attesa di una madre

Se ho maturato una certezza durante questa gravidanza è che una madre impara ad attendere.
Per forza.
Mentre il mondo fuori va a gran velocità e ti semina.
La vita corre e corre.
Tu invece ti impossessi per la prima volta dopo anni del concetto di frenare fino a fermarti.
E ti costa una gran fatica, a te che sei sempre stata attiva, dinamica e protagonista della tua vita.
Solo che gli altri non lo sanno.
O meglio, lo vedono, razionalmente ne sono consapevoli, lo trovano giusto, naturale, ti esortano a farlo, ma non lo possono fare insieme a te.
Anche chi ti ama fatica a comprendere l'importanza del semplice "stare" accanto ad una donna incinta.
Del fare piano, con calma, del parlare meno, quasi sottovoce.
Del diradare gli impegni.
Dei nuovi tempi dilatati.
Chi ti vive nella nuova dimensione ha la sensazione di perdere tempo, si annoia anche, perché là fuori ci sono mille cose da fare.
E non si può restare indietro.
C'è urgenza.
C'è frenesia.
Mentre per una quasi mamma, ormai stanca perché alla fine, le cose importanti diventano sempre meno.
Per una quasi mamma, tutto questo tempo di attesa è necessario.
È necessario per innamorarsi del suo bambino, per dargli il tempo di essere pronto.
Per fornirgli uno spazio.
Che prima non c'era.
Per dare a lei stessa il tempo di essere pronta.
Per capire che è giunto il momento di separarsi dalla sua amata ed impegnativa pancia.
Per dedicarsi solo a sé ed entrare in sintonia con il suo ritmo interiore.
Per farla abituare a questa nuova temporanea passività che poi si trasformerà in piena vita.
Per riposare prima della grande maratona che la aspetta.
Tutti si entusiasmano per la novità, tutti si preoccupano che tu stia ok e che il bambino stia bene.
Tutti ti offrono aiuto, ti chiedono come procede, dispensano consigli, vogliono sapere le ultime novità.
Poi, quando sono in tua compagnia, non sanno "stare".
Semplicemente "stare".
E vogliono parlare, dirti la loro, fare cose, soddisfare bisogni.
Non sono disposti ad andare al tuo passo... che soprattutto alla fine deve essere lento, ritmico, intimo... mentre ti trasformi senza sosta, impercettibilmente ed inesorabilmente danzando con il tuo nuovo movimento interiore.
Come l'acqua.
Che non è mai ferma nemmeno quando la sua superficie sembra piatta e immobile. Ma si muove e scorre, soggetta ad una forza che la trascina.
Una donna in gravidanza non è malata, quindi può fare (quasi) tutto.
Una donna in gravidanza non ha bisogno di regali, nè di consigli non richiesti, nè di storie di travagli, complicazioni e fatiche.
Una donna in gravidanza necessita di rispetto per il sacro tempo con sè stessa, e di presenza.
La presenza di chi la ama, che la conforta con uno sguardo e la contiene in un abbraccio.
Non per chi è, o cosa è stata, o per gli errori che ha commesso.
Ma per quello che fa adesso e per il compito sacro che sta svolgendo come traghettatrice di Vita.
Solo per questo, merita l'Amore.


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